Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo, in replica al nostro editoriale intitolato Sta vincendo la cultura dei luoghi speciali.
Lo spot che abbiamo appena comunicato, e che a breve sarà trasmesso sulle reti nazionali, vuole essere uno strumento per arrivare a tante persone e famiglie che probabilmente non conoscono la realtà di Fondazione Sacra Famiglia e il suo ultracentenario impegno nell’aiuto ad anziani e disabili e che non hanno idea dei possibili servizi a disposizione delle persone più fragili.
Sacra Famiglia, con la sua concreta attività, è tra le poche realtà che cerca di sviluppare, in tutti i modi, servizi flessibili, personalizzati e innovativi, rispettosi della dignità ed orientati alla qualità della vita della persona con disabilità fisica e soprattutto con disturbi del comportamento.
Un esempio è rappresentato dai servizi di counselling territoriale rivolti a persone affette da autismo che aiutano le famiglie e le scuole ad affrontare e gestire giorno per giorno la malattia dei propri cari.
Inoltre, da tempo Sacra Famiglia ha messo in luce l’esigenza di sviluppare una rete di Centri Diurni e di dare sempre più sollievo ed occasioni di riposo a chi assiste il proprio caro a domicilio con il servizio di ricoveri temporanei. A ciò si accompagna la richiesta di Residenze Sanitarie per Disabili aperte al territorio per garantire supporto alle persone che vivono a casa.
Sul territorio nazionale, si tratta di uno dei pochi esempi.
Riteniamo che quello che realmente serva ai disabili siano servizi personalizzati sulla base dei bisogni e dei contesti socio sanitari in cui sono inseriti.
I bisogni cambiano nel tempo e non devono essere letti con lenti ideologiche che aprono le porte a pericolose generalizzazioni.
In questo contesto sappiamo bene, perché ce lo chiedono centinaia di persone, che servono servizi residenziali orientati alla piena qualità di vita per le persone con disabilità.
Questo è ciò che Fondazione Sacra Famiglia cerca di fare tutti i giorni, con i limiti e gli errori di tutte le vicende umane, mettendoci impegno, professionalità e anche proprie risorse economiche ogni anno da 122 anni.
Al di là dell’aspetto stilistico e formale, lo spot al centro dell’articolo parla di noi, della nostra esperienza sul campo, fatta di persone e storie reali, non di numeri.
Don Marco Bove, Presidente della Fondazione Sacra Famiglia.
Le considerazioni garbate e puntali di Don Marco Bove, presidente della Fondazione Sacra Famiglia, ci convincono – pur nel rispetto della persona e dell’organizzazione che dirige e degli operatori coinvolti – che osserviamo il mondo da angoli prospettici significativamente differenti.
Solo un esempio: da anni la forzosa congiunzione dei termini “residenza” e “sanitaria” – che pur ricorre ampiamente nelle regolamentazioni regionali – ci ingenera un certo moto di fastidio, quasi che la disabilità sia ancora ritenuta un problema, appunto, sanitario. I tempi, la cultura, le esigenze cambiano, come giustamente, pur per altri versi, annota Don Bove. E così pure le istanze dei singoli, delle persone, testimonianze che anche noi raccogliamo.
A prescindere dalle scelte organizzative, dalle soluzioni proposte, dalla qualità della vita che si assuma come centrale, il nostro editoriale puntava l’indice su uno specifico aspetto di quello spot, sul messaggio finale, quello che, con tinte fosche, delinea la vita in casa propria come scelta di angosciosa solitudine. E quel messaggio ci preoccupa ancor di più, proprio per la buona qualità del video e per la sua probabile larga diffusione.
La Fondazione sicuramente riuscirà nell’intento di giungere alle famiglie e alle persone presentando la propria attività, ma insieme porterà anche un messaggio distorto rispetto all’abitare in autonomia.
La redazione di «Superando.it».
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