Sono sempre stato affascinato dalle figure retoriche, questi speciali stratagemmi linguistici che nei nostri discorsi servono a creare inaspettati effetti speciali. I loro nomi, spesso ostici, celano in realtà artifici non così complicati da capire e da mettere in pratica (per dirne una, questo “non così complicati” è una litote, vedi più avanti), e inoltre lasciano a bocca aperta i nostri ascoltatori.
Quindi non potevo di certo far finta di nulla e allora, come sovente mi accade (poveri voi!), utilizzerò gli immancabili spunti ironici provenienti dal mondo dell’handicap, per mettere in vetrina un campionario di questi splendidi trucchetti letterari (la cui presenza, nei casi più complessi, è stata qui evidenziata mediante il carattere in grassetto).
Dalle serissime figure retoriche all’Armata Brancaleone delle mie modeste figuracce, il passo è stato davvero breve.
Allitterazione
(Ripetizione omofonica di una serie di suoni, acusticamente uguali o simili, in vocaboli successivi)
Concorso per disabili
A prescindere e non provocando proprio io presumo prosaicamente di provare in pressing a proporre presto ad aprile presso il premier la pratica dei miei prediletti protesizzati per il prossimo primo premio previsto.
Anacoluto
(Costrutto in cui non viene rispettata la coesione tra le varie parti della frase)
Quadruplice exploit manzoniano
Quelli che diventano handicappati bisogna pregare Iddio per essi, poiché una volta disabili è il loro mestiere di lamentarsi, in quanto il coraggio chi non ce l’ha non se lo può dare, anche se a noi altri normodotati ci piace di sentire le loro storie.
Chiasmo
(Incrocio immaginario tra due coppie di parole con lo schema sintattico A-B, B-A)
Seduta di fisioterapia
Le chiacchiere, la fatica, il sudore, i pettegolezzi…
Cleuasmo
(Intenzione di sminuirsi nel tentativo di attirare le simpatie del proprio uditorio)
Triplo salto mortale
Non credo di aver l’autorità per parlare e non ne capisco molto, ma a mio modesto parere i libri di poesie scritti dai portatori di handicap sono delle boiate pazzesche!
Diafora
(Ripetizione di un vocabolo all’interno di una frase per enfatizzarne il contenuto)
Parafrasando Pascal
Il badante ha le sue ragioni che la ragione (e l’assistito) non conoscono.
Epanadiplosi
(Ricorrenza di una o più parole all’inizio e alla fine di un periodo)
Suonano alla porta, è il terapista occupazionale: vai tu ad aprire?
Non so cosa cavolo combina, e cosa caspita viene a farmi non so!
Litote
(Attenuazione di un concetto mediante la negazione del contrario)
Risposta alla domanda stupida «Come va?», fatta a un esente C02 cui l’ASL ha appena cancellato le per altro risibili venti sedute annuali di fisioterapia
Non c’è male… mortacci tua! [bisbigliando, N.d.A.].
Metafora
(Trasferimento di significato che crea immagini di forte carica espressiva)
Sensazione provata subito dopo il ricevimento della diagnosi relativa a una malattia incurabile
Mi sento come una barca nel bosco o, se preferite, come un trattore in mezzo al mare.
Ossimoro
(Accostamento di due parole di senso contrario o in forte antitesi tra loro)
Un caposaldo delle geremiadi di chi va in carrozzina
In genere i bagni accessibili degli autogrill sono molto poco puliti e tanto scarsamente sgombri.
Polisindeto
(Elencazione di termini con ripetizione della congiunzione allo scopo di produrre effetti di rallentamento o dilatazione)
Preparazione di richiesta burocratica
Bene, mi sembra proprio di aver preso tutto: e il verbale d’invalidità, e l’esenzione C02, e il certificato di permanenza in stato di disabilità, e la diagnosi di patologia cronica grave, e la relazione medica aggiornata, e il contrassegno di parcheggio riservato, e… la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità!
Prolessi
(Anticipazione di un elemento della frase con l’intento di metterne in evidenza un concetto)
Quest’oggi in tivù
Le Paralimpiadi, che noia mortale!
Sillessi
(Attribuzione contemporanea alla medesima espressione di un senso proprio e di uno figurato)
Almeno quello…
Ogni giorno, grazie al contrassegno per il parcheggio, migliaia e migliaia di disabili bypassano ore di attesa e quintali di incavolature.
Sineddoche
(Sostituzione tra due termini in relazione quantitativa, ad esempio il singolare per il plurale)
Qualunquismo
Diciamoci la verità: il disabile, in Italia, se la passa abbastanza bene.
Tautologia
(Aggiunta ridondante e ripetitiva al fine di porre maggiore enfasi e spesso indicante un’ovvietà)
Disavventura
Spingendo la carrozzina, quel ragazzo inesperto del Servizio Civile mi ha ribaltato in un fosso.
Zeugma
(Collegamento di un verbo a due o più elementi della frase che invece richiederebbero ciascuno un verbo specifico)
Da sprofondati sulla carrozzina manuale (grazie Giacomo!)
Ma sedendo e mirando interminati spazi e sovrumani silenzi…
Art Deldire
Nella colonnina qui a fianco a destra, riportiamo l’elenco dei vari contributi di Gianni Minasso pubblicati da «Superando.it», per la rubrica intitolata A 32 denti (Sorridere è lecito, approvare è cortesia).