Che la condizione di disabilità sia causa ed effetto di povertà, in una sorta di “circolo vizioso” dovuto al fatto che le persone con disabilità sono soggette a discriminazioni e a mancanza di pari opportunità, ciò che ne produce una limitazione alla partecipazione sociale e ne viola ogni giorno i diritti umani, è un concetto che purtroppo siamo spesso costretti a ripetere sulle nostre pagine.
Ed è proprio su questo che si basa un bel video (disponibile a questo link) realizzato in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 dicembre scorso, facendo appunto declinare a tante persone di Paesi del Sud del mondo le parole Break the Cycle! (“Spezza il circolo!”), a seguire uno degli assunti fondamentali degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile contenuti nell’Agenda ONU 2030, che è Leave No One Behind (“Nessuno sia lasciato indietro”).
Degno della maggior condivisione e diffusione possibile, il video è il frutto di una collaborazione tra alcuni importanti partner. Innanzitutto l’AICS, l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che ha pubblicato le Linee Guida per la disabilità e l’inclusione sociale negli interventi di cooperazione, il cui ultimo aggiornamento è stato diffuso nei primi mesi di quest’anno, come abbiamo riferito anche nel nostro giornale.
Insieme all’AICS, anche CBM, organizzazione umanitaria internazionale impegnata nella prevenzione e nella cura della cecità e della disabilità nei Paesi del Sud del mondo e il CISP (Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli). Quindi, da ultima, ma non ultima, la RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo) l’innovativa alleanza strategica avviata nel 2011 da due organizzazioni non governative – l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) e EducAid – insieme a due organizzazioni di persone con disabilità, quali DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Essa, aveva spiegato a suo tempo il presidente Giampiero Griffo, «opera nel campo degli aiuti umanitari, rafforzando il ruolo delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni, come dimostra la creazione di consulenti alla pari per l’emergenza nella Striscia di Gaza e la realizzazione di ricerche emancipative sulla disabilità in India e ancora in Palestina, dove le persone con disabilità diventano veri e propri “ricercatori” sulla propria condizione, basandosi sull’approccio del rispetto dei diritti umani fissato dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità». Il tutto, in un quadro – quello della cooperazione italiana – che ormai da molti anni ha sviluppato un’attenzione particolare ai diritti delle persone con disabilità e la cui azione il nostro giornale ha puntualmente seguito. Oltre infatti alle già menzionate Linee Guida, va citato anche il Piano d’Azione sulla Disabilità della Cooperazione Italiana (2013), tutti documenti centrati sull’applicazione della citata Convenzione ONU, che testimoniano l’impegno a sostenere l’inclusione di queste persone, che rappresentano il 15% della popolazione mondiale, sin troppo spesso “i più poveri tra i poveri” o “i più vulnerabili tra i vulnerabili”. (S.B.)
Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile il video realizzato da AICS, CBM, RIDS e CISP. Nella colonnina a destra del nostro articolo intitolato L’inclusione lavorativa nella Cooperazione Internazionale (a questo link) è disponibile il lungo elenco di contributi dedicati dal nostro giornale al tema Cooperazione allo Sviluppo e Disabilità. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: infonet@aics.gov.it.