Una persona entra in auto, mette in moto e dalla radio accesa arriva la voce di Matteo Soraci, conduttore di RadioStreet Messina, che annuncia Canto per NEMO.
Cambia l’immagine e la presentazione prosegue dentro gli studi della radio, con Soraci alla consolle che indossa un cappellino da Babbo Natale. Noi ascoltatori diventiamo spettatori: appare il gruppo della radio a porgere gli auguri a tutti. E parte il canto, mentre si alternano immagini dei “cantanti”, che con cuffie e microfoni registrano il brano; e immagini di persone di tutte le età che ricevono le loro visite. In un altro luogo, molto speciale.
Buonismo natalizio un tanto al chilo? Niente affatto. Si tratta “solo” di cinquanta giornalisti messinesi che ci hanno messo la faccia, l’autoironia e l’affetto nel cimentarsi come cantanti. No, non è la band TheGiornalisti, quelli del «sole da New York», ma autentici professionisti dell’informazione prestati alla musica (alla fatica della musica), che hanno lasciato le loro redazioni per regalare tempo ed energie al progetto di Canto per NEMO, un brano natalizio in video a sostegno del Centro Clinico NEMO SUD di Messina.
NEMO sta per NEuroMuscular Omnicentre ed è un centro ad altissima specializzazione che fornisce supporto clinico, assistenziale e psicologico alle persone con malattie neuromuscolari, come le distrofie muscolari o la SMA (atrofia muscolare spinale), oltreché alle persone con la SLA (sclerosi laterale amiotrofica).
Inaugurato alla fine del 2012 [se ne legga ampiamente anche in «Superando.it» a questo link, N.d.R.] e avviato agli inizi dell’anno successivo, il Centro NEMO SUD di Messina – aperto dopo il primo di Milano (inaugurato alla fine del 2007), mentre altri due si sono aggiunti in seguito ad Arenzano (Genova) e a Roma – ha dato assistenza a circa 3.000 pazienti. Ha 20 posti letto con day hospital, ambulatori e una grande palestra, e stanze colorate tutte diverse tra loro. È gestito dalla Fondazione Aurora (Fondazione Telethon, UILDM, AISLA-Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, Associazione Famiglie SMA, Università e Policlinico di Messina) di cui è presidente Alberto Fontana.
«Sentivamo l’esigenza di raccontarci e abbiamo chiesto aiuto ai giornalisti che del racconto hanno fatto mestiere – spiega Letizia Bucalo Vita, responsabile dell’Ufficio Fundraising e Comunicazione di NEMO SUD -. Una delle cose che ci inorgoglisce di più è che l’Ordine dei Giornalisti della Sicilia abbia deciso di concedere il patrocinio gratuito a questa iniziativa».
Canto per NEMO è il frutto di una bella sinergia tra realtà artistiche e media. Il maestro Alessandro Silipigni, musicista e cantante dei Big Mimma, band world music di Messina, dopo avere conosciuto nell’estate scorsa la realtà del Cenetro NEMO SUD, ha arrangiato il brano, diretto il canto e, insieme a Gaetano Sciacca, anche le riprese.
Il testo – che parla dell’immediatezza e della semplicità del dono di sé – è stato scritto dalla stessa Letizia Bucalo Vita. Lo studio di registrazione Dalek Studio si è offerto per la registrazione del canto con il mixaggio a cura di Claudio La Rosa. Altre riprese sono avvenute in corsia, a novembre, dove i giornalisti si sono recati per conoscere le persone che formano il cuore del Centro clinico. Infine, Radio Street Messina, da sempre accanto a NEMO SUD, ha fornito la “cornice” di tutta la storia.
Non sappiamo di cosa si occupino quotidianamente e per quali testate lavorino i colleghi messinesi. Ma conosciamo bene la resistenza, diffusa, all’idea che le buone notizie siano cronaca e politica esattamente come tutto il resto. Fanno meno presa sui lettori e dunque sul mercato, è vero, ma sono servizio, imprescindibile e pregiato.
Far sapere alla gente che c’è il conforto di un Centro di così alto livello, a Messina per tutto il Sud (e con la Calabria a tre chilometri), per patologie che soffrono l’abbandono perché non comunissime, significa risolvere la vita non di generici pazienti e delle loro famiglie, ma di ciascun individuo e del proprio microsistema familiare. Sono le stesse persone di cui giustificati dal dovere di cronaca sottolineiamo quasi esclusivamente il dolore, il disagio, la disperazione. O il coraggio di fare cose eccezionali, apparentemente fuori portata. Di questo riempiamo le pagine dei nostri giornali, quando incrociamo una storia di disabilità o di malattia: di sensazionalismo. Non è etico che sia solo questo ad attirare consensi sui nostri servizi, quando la disabilità e la malattia raccontano contemporaneamente una normalità nel quotidiano la cui fatica non esclude la bellezza, come accade nella vita di tutti. Bisogna indagarla per raccontarla.
Per questo il contributo dei cinquanta giornalisti è prezioso e non buonista. Sono testimoni dentro la notizia di tante storie diverse incardinate su una comune condizione di vita. Solo che invece di scrivere un articolo, hanno studiato e cantato una canzone.
Il giornalismo, il mese di dicembre, il Centro NEMO…
Per chi fa parte, come chi scrive, del gruppo di InVisibili, il blog del «Corriere della Sera.it», tutto si riassume nel nome di Franco Bomprezzi, giornalista di raro talento, che al Centro NEMO di Milano trascorse i suoi ultimi giorni, raccontando la vita dal suo “letto 15”.
Lo trasformò in una postazione di lavoro, registrandovi l’ultimo messaggio per Telethon. Quattro giorni dopo, il 18 dicembre 2014, le pareti di quella stanza, che aveva un nome – “Liberi di volare” -raccolsero il suo ultimo respiro e lo portarono in alto, in offerta. Troppo lontano da noi.
Ringraziamo sentitamente Simonetta Morelli, per avere voluto ricordare da par suo Franco Bomprezzi, che fu direttore responsabile di «Superando.it» dalla prima uscita del nostro giornale, fino a quel 18 dicembre 2014, esattamente quattro anni domani, data della sua scomparsa.