Special Olympics: quanta energia, anche “in salita”!

«Ho vinto la medaglia d’oro, ce l’ho fatta, ho avuto energia anche in salita»: la testimonianza di Nicola Capraro, uno degli oltre 500 atleti che hanno partecipato in Piemonte ai XXX Giochi Nazionali Invernali Special Olympics - il movimento dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva e/o relazionale - può essere certamente emblematica per tutte le persone con disabilità intellettiva e per le loro famiglie, che tanta energia “in salita” devono spendere, in una società ancora troppo spesso legata a tanti stereotipi e pregiudizi
XXX Giochi Nazionali Invernali Special Olympics, Bardonecchia, gennaio 2018 (foto di Simone Castrovillari)
Il lungo corteo rosso di Special Oympics sfila per le strade di Bardonecchia, durante la cerimonia di apertura dei XXX Giochi Nazionali Invernali (foto di Simone Castrovillari)

Un’emozionante festa di chiusura presso il Campo Smith di Bardonecchia (Torino) ha segnato la conclusione dei XXX Giochi Nazionali Invernali Special Olympics, il movimento dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva e/o relazionale. Protagonisti indiscussi della manifestazioni sulle nevi piemontesi – come avevamo segnalato in sede di presentazione – sono stati circa 500 atleti, provenienti da tutta Italia e impegnati nelle discipline dello sci alpino e nordico, della corsa con le racchette da neve e dello snowboard.

«Mi piace partecipare ai Giochi Special Olympics, mi piace stare in compagnia, mi diverto. Mi sento in forma. Le gare sono andate bene, ho gareggiato nei 5 chilometri, ho fatto una bella andatura e ho vinto la medaglia d’oro. Ce l’ho fatta, ho avuto energia anche in salita»: la testimonianza di Nicola Capraro, ventiseienne atleta del team veneto I Can Breganze, oro nello sci nordico, «può essere in qualche modo rappresentativa – come viene sottolineato da Special Olympics Italia – del percorso sportivo e di vita di ogni atleta Special Olympics, non solo e non tanto per la medaglia più ambìta che Nicola ha saputo conquistare, quanto per l’impegno e la determinazione, uniti alla gioia di arrivare al traguardo, che egli ha profuso in pista e nella sua vita. Infatti, quell’energia spesa “in salita” può considerarsi emblematica per tutte le persone con disabilità intellettiva e per le loro famiglie, che dalla nascita si ritrovano ad affrontare innumerevoli difficoltà, in una società ancora troppo spesso legata a stereotipi e pregiudizi che tuonano come vere e proprie sentenze che non lasciano vie di scampo».

Non è certo questo, però, che è successo a Bardonecchia. «La Valsusa – ricordano infatti ancora da Special Olympics Italia – ha accolto con grande gioia e per il secondo anno consecutivo i nostri Giochi Nazionali Invernali e ancora una volta la risposta del territorio è stata straordinaria: istituzioni, gente comune, e in particolare i ragazzi delle scuole, si sono riversati a bordo pista per tifare gli atleti Special Olympics e per richiedere autografi, proprio come accade alle persone importanti che segnano in qualche modo la vita e che si ha la fortuna di incontrare dal vivo. Una fotografia che dona speranza per un futuro migliore, dove l’inclusione, l’apertura all’altro vincono su ogni perplessità».

Durante la festa di chiusura, dunque, la bandiera di Special Olympics Italia è stata ripiegata e riconsegnata dal sindaco di Bardonecchia Francesco Avato al vicepresidente del movimento Alessandro Palazzotti, con «l’auspicio di continuare a lavorare insieme, di poter conservare sul territorio della Valsusa la “leggerezza” e al tempo stesso il forte insegnamento dato dagli atleti Special Olympics, e, perché no, di tornare quanto prima a colorare di rosso la città». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa e Comunicazione Special Olympics Italia (Giampiero Casale), stampa@specialolympics.it.

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