Come si sarà potuto notare scorrendo l’elenco delle quarantasette organizzazioni ed enti che hanno finora aderito al Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea, esso presenta una netta preponderanza di Comuni e Associazioni della Sardegna. Ciò è senz’altro il frutto del grande lavoro promosso negli ultimi anni da Veronica Asara, presidente dell’Associazione SensibilMente di Olbia (Tutela ed Integrazione Persone Autistiche) ed è lei stessa a raccontare qui di seguito tale percorso.
Lo scorso 24 novembre a Cagliari si è svolto un incontro tematico [se ne legga l’ampia presentazione del nostro giornale, N.d.R.], al cui centro è stato posto il Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea, iniziativa voluta dalla Commissione Regionale per le Pari Opportunità della Sardegna e inserita dal Comune di Cagliari nel calendario degli eventi contro la violenza di genere.
Si è trattato della prima occasione di discussione pubblica sulle tematiche di genere nella disabilità.
Quel convegno è stato l’esito di un lavoro di promozione e sensibilizzazione iniziato almeno un anno e mezzo prima; personalmente ho proposto alla Commissione di affrontare il tema della discriminazione multipla e intersezionale poiché, ad ogni ricorrenza celebrativa, sia che si trattasse della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 Novembre, sia dell’8 Marzo, il tema non emergeva né a livello regionale né locale.
Mentre infatti sul piano nazionale le tematiche legale alla discriminazione multipla nelle donne con disabilità diventavano sempre più frequentemente oggetto di dibattito tra Associazioni e Istituzioni, in Sardegna rimaneva soltanto il contenuto di qualche post sui social condiviso sporadicamente.
Iniziato dunque il dialogo con la Commissione Regionale Pari Opportunità, l’interesse si è acceso velocemente da parte delle Commissarie che hanno intrapreso un percorso di studio e analisi del Manifesto. A mia volta, consapevole del necessario approfondimento, mi sono dedicata a leggere il materiale disponibile, gli articoli, le ricerche italiane e internazionali.
Ho quindi proposto il tema a una mia classe, una terza superiore dell’Istituto Agrario IPAA Amsicora di Olbia, che aveva deciso di partecipare a un concorso cittadino sull’uguaglianza e diversità e che, ogni anno, vede in gara tutte le scuole superiori della città.
Consapevole che ciò che proponevo ai ragazzi era particolarmente ostico, e soprattutto inusuale rispetto al loro modo di approcciarsi alla disabilità, si è deciso insieme di partire dall’esperienza diretta di una compagna di classe con disabilità cognitiva, ponendosi alcune domande: è più facile che Maria (nome di fantasia) sia soggetta ad episodi di violenza o esclusione? La sua disabilità insieme al suo essere una ragazza, la rendono più fragile? Cosa le accadrà quando la scuola sarà finita? Potrà lavorare? Potrà avere una vita sentimentale soddisfacente? Potrà vivere da sola o con chi e dove vorrà?
Il gruppo classe ha lavorato per diversi giorni sul progetto, discutendo e spaziando su violenza e pari opportunità, suggerendo soluzioni e alternative, documentandosi e approfondendo su internet.
Il risultato, un elaborato in forma di articolo giornalistico, è stato premiato al Concorso Premio Alfonso de Roberto Uguali e Diversi, con una menzione speciale proprio della Commissione Regionale per le Pari Opportunità.
Al di là del premio ricevuto dai ragazzi, l’esperimento acquisisce particolare valore perché ha permesso di affrontare le principali tematiche legate alla disabilità fuori dagli schemi stereotipati che con facilità emergono in contesti scolastici; questo è certamente il valore aggiunto del lavoro svolto in classe.
Anche il lavoro dei ragazzi dell’Istituto Agrario di Olbia è stato veicolo di sensibilizzazione, dal momento che pian piano la Comunità e le Istituzioni iniziano ad accorgersi dell’esistenza di un nuovo argomento di discussione da inserire sia nel dibattito sulle politiche genere, sia in quelle per la disabilità.
Il Manifesto è stato dunque presentato formalmente lo scorso 24 novembre a Cagliari, in occasione del citato evento, preceduto da un’attività di promozione che ha dato la possibilità alle Istituzioni Pubbliche e alle Associazioni di aderire formalmente al Manifesto, come hanno effettivamente fatto sei Comuni (Cagliari, Arborea, Buggerru, Decimomannu, Escolca e Sassari) e ben quattordici Associazioni [se ne veda l’elenco in calce, N.d.R.].
Il mio personale impegno nella divulgazione del Manifesto e delle tematiche in esso contenute continuerà nei riguardi delle Istituzioni e in tutti i rapporti di prossimità tramite la scuola, le attività associative e in ogni occasione in cui sarà possibile portare l’argomento all’attenzione della società civile.
Il lavoro da fare è ancora moltissimo per vedere garantite pari opportunità anche alle donne con disabilità, tuttavia la strada intrapresa è certamente quella corretta.
Presidente dell’Associazione SensibilMente di Olbia (Tutela ed Integrazione Persone Autistiche). Il presente testo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), e viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.
Le 47 organizzazioni ed enti che hanno aderito finora al Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea:
° ABC Sardegna (Associazione Bambini Cerebrolesi)
° A buon diritto. Associazione per le libertà
° ADV (Associazione Disabili Visivi)
° AIAS Bologna (Associazione Italiana Assistenza Spastici)
° AIPD (Associazione Italiana Persone Down)
° AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla)
° ANGSA Sassari (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici)
° ANPA Sardegna (Associazione Nazionale Persone Autistiche)
° ASARP (Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica)
° Associazione Blindsight Project
° Associazione Differenza Donna
° Associazione Diversamente
° Associazione Femminile Maschile Plurale, Ravenna
° Associazione Figura Sfondo, Tortolì (Ogliastra)
° Associazione Giulia, Sardegna
° Associazione Gli Amici di Nemo, Arzachena (Olbia-Tempio)
° Associazione Italiana Sindrome X Fragile Sardegna
° Associazione La città felice, Catania
° Associazione SensibilMente, Olbia
° AUS Montecatone (Associazione Utenti Unità Spinale Montecatone), Imola (Bologna)
° AVI (Agenzia per la Vita Indipenente), Roma
° Casa delle donne, Ravenna
° Centro Antiviolenza – Mai più Violate
° Centro Down, Cagliari
° CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità)
° CGIL Catania, Dipartimento Politiche di Genere
° CGIL Nazionale, Ufficio Politiche Attive per le Disabilità
° Cittadinanzattiva Cagliari
° Collagene VI Italia
° CoMa ONLUS (Consultorio Maschile), Nuoro
° Comune di Arborea (Oristano)
° Comune di Bergamo
° Comune di Buggerru (Sud Sardegna)
° Comune di Cagliari
° Comune di Decimomannu (Città Metropolitana di Cagliari)
° Comune di Escolca (Sud Sardegna)
° Comune di Sassari
° DPI Italia (Disabled Peoples’ International)
° Emilia-Romagna. Assemblea Legislativa: Commissione per la Parità e per i Diritti delle Persone
° FIRST (Federazione Italiana Rete Sostegno e Tutela dei diritti delle persone con disabilità)
° FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)
° Rete La Ragna-Tela, Catania
° UDI (Unione Donne in Italia)
° UDI Catania (Unione Donne in Italia)
° UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti)
° UICI Catania (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti)
° UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare)
Per approfondire ulteriormente il tema Donne e disabilità, oltreché fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, si può anche accedere al sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), alle Sezioni dedicate rispettivamente a Tutto sul Secondo Manifesto Europeo sui Diritti delle Donne e Ragazze con Disabilità, Donne con disabilità e La violenza nei confronti delle donne con disabilità.
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