È in scena il labirinto dell’autismo

C'è un particolare e interessante “Dedalo e Icaro” in scena sino al 3 febbraio al Teatro dell’Elfo di Milano, dove il labirinto in cui è rinchiuso Icaro non è quello del Minotauro, ma quello dell’autismo e le ali che gli costruisce il padre Dedalo non sono di cera, destinate a sciogliersi avvicinandosi al sole, ma fatte esclusivamente del suo amore, per consentirgli di riuscire a volare pur tra mille difficoltà. E il 31 gennaio ci sarà una serata speciale, promossa dal Comitato Lombardo Uniti per l'Autismo
Immagine nel manifesto dello spettacolo teatrale "Dedalo e Icaro"
L’immagine nel manifesto dello spettacolo teatrale “Dedalo e Icaro”

È l’Associazione milanese L’abilità a segnalarci un interessante spettacolo teatrale in scena fino al 3 febbraio alla Sala Fassbinder del Teatro dell’Elfo di Milano, scritto da Tindaro Granata e diretto da Giacomo Ferraù e Francesco Frongia.
Si tratta di Dedalo e Icaro, piéce che racconta l’amore di un padre per il proprio figlio autistico e di ciò che è disposto a fare per portarlo «fuori dal labirinto dell’autismo».

«Il mito greco – spiegano i realizzatori di Dedalo e Icaro – è noto a tutti: Icaro, da quando ha memoria, vive nel labirinto di Cnosso, costruito dal padre Dedalo, in cui si aggira un’oscura creatura metà uomo-metà animale, il Minotauro. Il padre, per amore del figlio, raccoglie negli anni delle piume per comporre lunghe ali per poter uscire dal labirinto e le assembla con la cera. Un giorno, Dedalo e Icaro spiccano il volo fuori dal labirinto. Il padre redarguisce il figlio di non avvicinarsi troppo al sole, ma Icaro non lo ascolta: la cera che tiene le ali unite al corpo si scioglie e il ragazzo precipita nel mare. Nella nostra rilettura, Dedalo costruisce ad Icaro delle ali fatte esclusivamente dal suo estremo amore. Icaro, infatti, è rinchiuso in un labirinto: un mondo fatto di vicoli chiusi, strade verso l’esterno che s’interrompono, dalle quali spesso sembra di vedere improvvisamente l’uscita, ma è solo un’illusione. Il labirinto, Dedalo lo sa, è cieco, si chiama autismo e non ci sono cure. Si può, solo, amare incondizionatamente!».

«Icaro – sottolineano ancora – vive dunque in un quotidiano labirinto le cui pareti sono le innumerevoli difficoltà che la sua condizione di “diverso” gli causa nel mondo dei “normali”. Ma esiste un modo per uscire dal labirinto? Cosa è disposto a fare il padre per insegnare al figlio a volare in uno spazio che non ha limiti, non ha confini, nel quale ci si può perdere? Dedalo non può lasciare Icaro volare da solo nel cielo, perché, si sa, il ragazzo andrà con le sue ali diritto verso il sole. E se quella caduta è inevitabile, che senso ha per un genitore fornire a un figlio quelle ali di cera? Dalla nostra riflessione, ha vita questo “particolare” Dedalo e Icaro che è fatto dallo studio di testimonianze dirette, a volte struggenti e altre pervase da una feroce ironia. Ogni storia è unica ma tutte hanno un comune denominatore: il terrore dei genitori che i figli non riescano a vivere dopo di loro».

Dedalo e Icaro è una produzione del Teatro dell’Elfo e di Eco di fondo, che si avvale del sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della SIAE. (S.B.)

La serata speciale del 31 gennaio
E nella serata del 31 gennaio (ore 21), la rappresentazione di Dedalo e Icaro sarà ancor più “speciale”, grazie all’iniziativa promossa da Uniti per l’Autismo, il Comitato Lombardo che raggruppa ben quarantadue Associazioni.
Per l’occasione, sono state invitate non solo le famiglie, ma anche i professionisti e le Istituzioni a cui le famiglie stesso spesso si rivolgono cercando di comunicare la propria condizione di forte disagio e i bisogni di presa in carico. Allo spettacolo, dunque, seguirà un dibattito di approfondimento.
«La risposta – sottolineano da Uniti per l’Autismo – è stata tanto ampia da fare sold out in poche ore, segno della volontà comune di costruire una nuova comunità dialogante, per concorrere al reale miglioramento della qualità della vita delle famiglie autistiche».

Per informazioni: Raffaella Turatto (rturatto@alice.it).

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