Solo un gelato, per educare adulti e bimbi all’inclusione

Ha 12 anni e non può parlare a causa di un ictus perinatale. Conosce tuttavia tre lingue, usa le dita per comunicare con il mondo, il pennello e i colori per esprimere i suoi stati d’animo. Delle mostre dei suoi dipinti abbiamo già raccontato ai Lettori ed è proprio inaugurando una di queste a Calenzano (Firenze), che Clara Woods la lanciato insieme alla Fondazione Claudio Ciai, la campagna di sensibilizzazione “#soloungelato”, per far sì che i genitori insegnino ai figli ad interagire di più con i bambini e ragazzi che si sentono esclusi e a condividere con loro anche “solo un gelato”
Clara Woods
La piccola Clara Woods usa le dita per comunicare con il mondo, il pennello e i colori per esprimere i propri stati d’animo

Clara Woods ha 12 anni, è nata a Firenze, e non può parlare a causa di un ictus perinatale. Conosce tuttavia tre lingue (italiano, inglese e portoghese), usa le dita per comunicare con il mondo, il pennello e i colori per esprimere i suoi stati d’animo.
Clara è già nota ai Lettori di «Superando.it», poiché abbiamo avuto modo di riferire delle mostre dei suoi dipinti che ha già tenuto con successo. Ed è proprio inaugurando nei giorni scorsi la sua ultima esposizione a Calenzano, nei pressi di Firenze (Spazio Eventi ST.ART, visitabile fino al 17 febbraio), che insieme alla Fondazione Claudio Ciai ha lanciato l’iniziativa denominata #soloungelato, campagna di sensibilizzazione rivolta a tutti i genitori, con l’obiettivo di incentivarli a insegnare ai propri figli a interagire di più con tutti quei bambini e ragazzi che – a causa di differenze di provenienza e abilità – si sentono esclusi e a invitarli a condividere anche “solo un gelato”.
A tal proposito, con una lettera in cui racconta la sua esperienza personale, Clara sta cercando di raggiungere tutti i Comuni d’Italia, per aiutare appunto tutti i bambini e i ragazzi che, come lei, vorrebbero soltanto vivere in contesti sociali inclusivi, coinvolti dai coetanei nelle attività più diverse.

«Percorrere la strada dell’inclusione sociale – sottolineano dalla Fondazione Claudio Ciai – significa sostanzialmente porre la questione della disabilità nella dimensione sociale del diritto di cittadinanza, perché riguarda tutti coloro che partecipano alla vita sociale all’interno di un determinato contesto. Includere vuol dire insomma offrire l’opportunità di essere cittadini a tutti gli effetti».
«Questa campagna – racconta dal canto suo Betina Genovesi, mamma di Clara – nasce dalla consapevolezza che l’inclusione parta sempre dall’educazione e che in amicizia e nella socialità non ci sono barriere. Abbiamo dunque lanciato la sfida #soloungelato, per chiedere ai genitori di spronare i loro figli a invitare coloro che restano sempre esclusi, per disabilità, nazionalità, colore della pelle o qualsiasi altra cosa, ad andare a prendere un gelato. Un gesto piccolo ma con un grandissimo significato. Ritagliando infatti un’ora del proprio tempo settimanale per accompagnare i figli in gelateria, anche i più grandi avranno l’occasione di confrontarsi con chi quotidianamente vive “dall’altra parte dell’esclusione” e di comprendere le sofferenze di un genitore che vive indirettamente la discriminazione subita dal proprio figlio».

«Ho conosciuto Clara un anno fa – spiega Francesco Ciai, presidente della Fondazione Claudio Ciai – e siamo diventati da subito grandi amici. Per la nostra Fondazione è importante creare connessioni con altre realtà del territorio che consentano il reinserimento sociale di persone con disabilità. Per questo siamo lieti di partecipare al lancio di questa campagna, con l’obiettivo di dimostrare che, il più delle volte, le differenze sono solamente inconsapevoli costruzioni mentali”.

Nella sua lettera inviata al Sindaco di Calenzano, Clara ha anche ricordato che in questo 2019 ricorre il trentesimo anniversario della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che all’articolo 31 impegna gli Stati ad assicurare «il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica» e ad incoraggiare l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, «di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali». «Per questo – ha scritto – ti chiedo, caro sig. Sindaco, di aderire a questa campagna, coinvolgendo il tuo Consiglio Comunale e promuovendo una Delibera che contenga la volontà formale di promuovere l’inclusione tra i più giovani e l’impegno alla diffusione a tutti i tuoi colleghi, toscani e non».
La positiva risposta è arrivata da Irene Padovani, assessore alla Cultura del Comune di Calenzano, che ha dichiarato: «Siamo felici di poter ospitare Clara e le sue opere nei nostri spazi, perché siamo convinti dell’importanza dell’arte come strumento di comunicazione profonda e interiore, come la sua storia dimostra: un’arte che l’ha fatta sbocciare, che le ha permesso di esprimersi e di trasmettere i propri messaggi nel migliore dei modi. Un’iniziativa che si accompagna al sostegno della campagna di inclusione sociale #soloungelato, che si inserisce nei tanti progetti di parità e inclusione portati avanti da questa Amministrazione».

Da ricordare in conclusione che la mostra di Clara a Calenzano, patrocinata dalla locale Amministrazione Comunale, è stata organizzata con il contributo della Società Disabili Abili, del Progetto La Conserveria e della rete SiamoSolidali.it. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@puntoventi.it.

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