«Ci sono invenzioni – sottolineano dall’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) – che seppur straordinarie, con il passare del tempo vengono superate e sostituite da nuove scoperte grazie al progredire della scienza, della ricerca e dell’innovazione. Il Braille, invece, il sistema di letto-scrittura a sei punti in rilievo inventato oltre due secoli fa, continua ad essere ancora oggi un indispensabile strumento di integrazione e cultura per tutte le persone con disabilità visiva, rimanendo fedele nell’uso e nell’efficacia a come lo aveva concepito Louis Braille».
Dodici anni fa, con la Legge 126/07, è stata istituita, per il 21 febbraio, la Giornata Nazionale del Braille, quale momento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti delle persone con disabilità visiva. La Giornata coincide con quella Mondiale della Difesa dell’Identità Linguistica, promossa dall’Unesco. Dal canto suo, l’UICI, per continuare a promuovere la conoscenza e la diffusione del Braille, celebrerà la dodicesima edizione dell’evento con due convegni a Matera, organizzati per il 20 e 21 febbraio prossimi, in collaborazione con il Club Italiano del Braille, in un’ideale abbinamento culturale con la città lucana che, com’è noto, è la Capitale Europea della Cultura 2019.
«La cultura tra le mani – spiega Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI – è il titolo che abbiamo voluto dare a questi due giorni di incontri e dibattiti, scegliendo Matera come città simbolo di un tema – la cultura – che per i ciechi e gli ipovedenti passa innanzitutto attraverso il tatto. L’individuo con disabilità visiva, infatti, impara a leggere con le dita, sente nascere la parola attraverso di esse, la può toccare, tradurre. È una fase fondamentale della vita, poiché è in questo momento che egli acquisisce gli strumenti indispensabili per avviare il proprio percorso d’inclusività e di cittadino; attraverso l’uso del Braille, le persone cieche e ipovedenti possono accedere al patrimonio culturale scritto dell’umanità».
«L’impegno ad abbattere gli ostacoli che impediscono l’accesso alla cultura – conclude – e la politica di inclusione che la città di Matera sta sviluppando anche attraverso nuove tecnologie e processi di apprendimento, ne faranno il luogo ideale dove discutere e confrontarci con esperti del mondo accademico e istituzionale, dando sempre piena evidenza al fatto che neppure oggi, con l’avvento delle tecnologie digitali e il personal computer, il Braille può dirsi superato: esso mantiene ancora intatta tutta la sua qualità educativa e ha un valore imprescindibile per le persone con disabilità visiva; è qualcosa che appartiene a loro nel profondo!».
Nel rimandare i Lettori al programma completo dei due convegni di Matera (a questo link), ricordiamo qui che il primo si svolgerà nel pomeriggio del 20 febbraio, presso l’Ex Ospedale San Rocco, Chiesa del Cristo Flagellato, mentre il secondo, nella mattinata del 21 febbraio, avrà sede presso l’Università della Basilicata.
Oltre ad esponenti del mondo accademico e istituzionale, come ricordato da Mario Barbuto, vi prenderanno parte una serie di esperti impegnati ad alto livello nei vari settori dell’UICI, a partire naturalmente dallo stesso Barbuto e da Nicola Stilla, presidente del Club Italiano del Braille e, tra gli altri, anche alcune note “firme” di «Superando.it», quali Marco Condidorio, coordinatore delle Commissioni Nazionali Istruzione, Formazione e Terza Età dell’UICI e Franco Lisi, direttore scientifico della Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano. (A.P. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Alessandra Pigoni (apigoni@imageware.it).