La paralisi cerebrale infantile è la disabilità neuromotoria con la più alta incidenza in età pediatrica. È causata da un danno al sistema nervoso centrale e comporta varie difficoltà – anche di entità diverse – a livello motorio e talvolta anche intellettivo. Per affrontarla al meglio – accanto all’àmbito chirurgico – è necessario agire su più fronti e in tal senso la riabilitazione gioca un ruolo fondamentale nell’articolato sistema di terapie e trattamenti volte a migliorare la qualità di vita di bambini e ragazzi che ne sono colpiti. In particolare, è fondamentale mettere le famiglie nella condizione di poter essere gli “attori primi” della riabilitazione insieme agli operatori di riferimento.
Su tale tema è in programma l’interessante seminario a partecipazione gratuita, intitiolato semplicemente La riabilitazione nel bambino con paralisi cerebrale, promosso dalla Fondazione Ariel in un primo tempo per il 16 febbraio all’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano), (ma successivamente rinviato a data da destinarsi), rivolgendosi a genitori, familiari e operatori di riferimento dei bimbi colpiti da paralisi cerebrale infantile
A condurre i lavori sarà il fisioterapista Massimo Cozzaglio, già collaboratore di Ariel, per trattare i seguenti temi, così come vengono delineati dagli organizzatori: «Si partirà da una breve storia sugli approcci riabilitativi moderni: cosa è dimostrato abbia senso in riabilitazione per le paralisi cerebrali secondo un’analisi della letteratura scientifica; perché alcuni approcci sono stati abbandonati (anche se sopravvivono nella pratica) e quali sono gli orientamenti oggi condivisi, con particolare riguardo al passaggio dalla “riparazione” al “potenziamento” del bambino. Infine, si prenderanno in considerazione quali possano essere le prospettive a lungo termine del processo riabilitativo. Il tutto per consentire ai genitori di conoscere gli approcci più efficaci e idonei alle necessità del proprio bambino, con l’obiettivo di potenziarne le capacità, giorno dopo giorno, e migliorarne la qualità della vita, studiando un percorso su misura propedeutico ad aumentarne le capacità». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Francesca Naboni (francesca.naboni.ariel@humanitas.it); fondazione.ariel@fondazioneariel.it.
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