«Le ragazze e le donne con disabilità sono particolarmente svantaggiate: subiscono infatti discriminazioni dovute sia al loro genere, sia alla loro disabilità. Questa “doppia discriminazione” si traduce tra l’altro in una maggiore probabilità di essere vittime di abusi e violenze sessuali, minore accesso ai servizi per la salute e a quelli riproduttivi e un più alto tasso di disoccupazione. Ecco perché oggi vogliamo dare particolare evidenza al nostro lavoro in questo àmbito, con l’obiettivo di fare avanzare i diritti delle donne e delle ragazze con disabilità».
È questo il messaggio diffuso oggi, 8 Marzo, Giornata Internazionale della Donna, dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, che per l’occasione ha innanzitutto reso pubblico un Position Paper, ovvero un documento ufficiale di sintesi sul tema dei Diritti delle donne e delle ragazze con disabilità nella sfera della salute sessuale e riproduttiva (disponibile in italiano a questo link).
Ne evidenziamo le conclusioni principali, che sono le seguenti:
«1. Le decisioni delle donne sul proprio corpo sono personali e private e nessuno dovrebbe interferire con le scelte autonome delle donne con disabilità.
2. Gli Stati devono garantire che le donne con disabilità siano bene informate sui loro diritti e ogni decisione dovrebbe essere presa previamente con il loro consenso pienamente informato.
3. Quanto sopra si applica anche all’interruzione di gravidanza: in tal senso, gli Stati dovrebbero depenalizzare l’aborto in tutte le circostanze e legalizzarlo in modo da rispettare pienamente l’autonomia delle donne con disabilità.
4. Gli Stati devono assicurare la fine di ogni forma di discriminazione e abuso ciò che fa riferimento sia alla sterilizzazione che all’aborto o alla contraccezione forzata, sia la mutilazione genitale femminile che l’incesto.
5. Gli Stati devono garantire che tutte le donne con disabilità abbiano pieno accesso alla giustizia.
6. Gli Stati devono assicurare che tutte le donne con disabilità abbiano accesso ad un’adeguata assistenza sessuale e riproduttiva e all’istruzione».
Ad elaborare tale documento, oltre a promuovere ogni altra iniziativa in favore delle donne con disabilità, compresa la prossima regolare uscita di una nuova newsletter mensile (l’«EDF Women’s Voice», la “Voce delle donne dell’EDF”) è il Comitato delle Donne dell’EDF, presieduto da Ana Peláez Narváez, e comprendente altre dieci donne, tra le quali anche la nostra connazionale Luisella Bosisio Fazzi.
Di una delle sue componenti, la finlandese Pirkko Mahlamäki, membro anche del Comitato Esecutivo dell’EDF, il Forum diffonde oggi un’interessante testimonianza diretta, riguardante una discriminazione vissuta personalmente in àmbito di salute.
In questa sede, per altro, ci piace sottolineare alcuni passaggi del suo racconto, relativi in generale alla situazione della Finlandia, ove si evocano temi sin troppo familiari anche nel nostro Paese.
«Nel mio Paese – racconta infatti Mahlamäki – una delle questioni più scottanti per le donne con disabilità è la povertà. Dopo anni di austerità, il costo della vita è in aumento, mentre contemporaneamente si riducono i benefìci sociali come il sostegno alla disoccupazione. Ciò colpisce soprattutto le donne con disabilità, poiché hanno maggiori probabilità di essere disoccupate rispetto agli uomini».«Un altro grande problema – aggiunge – è quello della cura: i servizi di assistenza in Finlandia vengono sempre più privatizzati e il costo è il principale fattore decisivo. Ciò si traduce sostanzialmente in meno servizi di qualità peggiore e questo è un grave problema per le donne con disabilità, perché servizi peggiori possono coincidere con rischi crescenti di negligenza e di abusi».
E da ultimo, ma non certo ultimo, sempre in questa Giornata dell’8 Marzo l’EDF intende ancora una volta sottolineare con forza l’importante ruolo assunto nella primavera dello scorso anno dalla propria vicepresidente Ana Peláez Narváez – che è anche, come detto, presidente del Comitato Donne del Forum – divenuta la prima donna con disabilità a far parte del Comitato ONU CEDAW, ovvero dell’organismo che verifica l’attuazione della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW, appunto), adottata nel 1979 dall’Assemblea delle Nazioni Unite ed entrata in vigore il 3 settembre 1981.
«Credo che dovremo fare di più per riflettere le varie dimensioni della diversità umana nel Comitato CEDAW – aveva dichiarato Peláez Narváez al momento della sua elezione, cui anche il nostro giornale aveva dato ampio rilievo – e in particolare includere persone provenienti da gruppi di popolazione invisibili e ignorati, come lo sono le donne con disabilità». (Stefano Borgato)
Ringraziamo per la collaborazione Luisella Bosisio Fazzi.
A questo link è disponibile (in lingua inglese) la versione integrale della Newsletter dell’EDF diffusa in occasione della Giornata Internazionale della Donna di oggi, 8 Marzo, e centrata in particolare sui diritti delle ragazze e donne con disabilità.
Per ulteriori informazioni: André Félix (andre.felix@edf-feph.org).
Per approfondire ulteriormente il tema Donne e disabilità, oltreché fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, si può anche accedere al sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa), alle Sezioni dedicate rispettivamente ai temi: Donne con disabilità, La violenza nei confronti delle donne con disabilità e Tutto sul Secondo Manifesto Europeo sui Diritti delle Donne e Ragazze con Disabilità.