Nei giorni scorsi ho letto su queste pagine di un acceso scambio epistolare tra Salvatore Nocera e un gruppo di collaboratori scolastici residenti in Sicilia, appartenenti alla Feder.A.T.A. [Federazione Nazionale del Personale Amministrativo Tecnico Ausiliario della scuola, N.d.R.].
L’oggetto del contendere si riferisce ai compiti contenuti nella Tabella A del CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro), rispetto al quale i principali sindacati di categoria accettano sia le mansioni di accompagnamento degli alunni con disabilità all’ingresso, nei locali e all’uscita della scuola, sia le mansioni di «accompagnamento ai servizi igienici e cura dell’igiene personale». Feder.A.T.A., però, scorpora da questi ultimi compiti quello del «cambio del pannolino», sostenendo che non possa essere obbligatorio perché richiede una particolare preparazione.
Conosco bene la vicenda, della quale, da siciliano e da esperto del settore, mi sono già occupato in passato e anche in questa sede. Vorrei dunque ribadire le mie opinioni in merito.
Volendo spezzare una lancia a favore dei rappresentanti di Feder.A.T.A., le ragioni del loro dissenso sono certamente da addebitare alla grande confusione creata su tale delicata questione in Sicilia dalla Regione, che fino al 2007 – per interessi solo clientelari ed elettorali, e contrariamente al Contratto Colletivo Nazionale – ha ritenuto di dover assegnare anche le incombenze della cura igienico-personale degli allievi con disabilità agli assistenti alla comunicazione (assegnati, questi ultimi, dagli Enti Locali, ai sensi dell’articolo 13, comma 3 della Legge 104/92), previa la loro frequenza di appositi corsi di formazione di 900 ore.
A ciò si aggiunga che, nonostante la medesima Regione Siciliana si sia in seguito ricreduta sull’argomento, adeguandosi nel 2007 al Contratto Collettivo Nazionale, alcuni Enti Locali dell’isola continuano colpevolmente ad affidare i compiti di cura dell’igiene personale degli alunni con disabilità (tra cui, appunto, pure il cambio del pannolino) agli assistenti specializzati, formatisi con i corsi di aggiornamento di 900 ore di cui sopra.
Ad ogni buon conto, ai collaboratori scolastici “refrattari” di Feder.A.T.A. – pur esprimendo la mia solidarietà per il loro stato di incertezza e malessere professionale, che spesso la Regione Siciliana è ben incline ad alimentare – devo dire, come tra l’altro già brillantemente precisato da Salvatore Nocera, che dopo la recente approvazione del Decreto Legislativo 66/17, in sede di Conferenza Stato-Regioni, è stato confermato inequivocabilmente quanto previsto dall’articolo 3, comma 4 del Decreto stesso, ove si stabilisce che «il collaboratore scolastico si dovrà occupare personalmente dell’assistenza di base igienico-personale degli alunni disabili e per questo dovrà partecipare a dei corsi di formazione generale previsti dal piano nazionale».
E pur tuttavia, un aspetto di tale faccenda mi lascia un po’ perplesso è cioè che – nonostante il Decreto 66/17 preveda corsi di formazione obbligatori sull’assistenza igienica di base per il personale ATA – esso non si curi, però, di specificare nel dettaglio né le modalità di svolgimento, né il numero di ore di tali iniziative formative.
In ogni caso, indipendentemente dal numero di ore di formazione obbligatoria sull’assistenza di base per il personale ATA (saranno 40, come previsto dal Contratto Collettivo del 2005?), credo che se non si provvederà a un serio piano di assunzione in ruolo dei collaboratori scolastici, non si riuscirà ancora a fornire un’adeguata cura igienico-personale agli alunni con disabilità del nostro Paese.