In un mondo dove molte sedicenni ammiccano consapevolmente o inconsapevolmente ad essere delle “Lolite”, può sembrare strano e mettere a disagio il volto di Greta Thunberg: un volto che non vuole sedurre né reclama alcunché per se stessa, se non un futuro per quelli che, oggi, hanno la sua stessa età, e inevitabilmente anche per l’intera umanità.
È un’immagine di adolescente che colpisce per la sua modalità di fare politica e non una contestazione giovanile come siamo stati abituati in passato. I giovani del movimento Fridays for Future non chiedono una maggiore libertà nei costumi, nei pensieri, nella fede o discussione sui programmi scolastici. Chiedono un diritto: poter avere un futuro. Non un futuro di integrazione, di libertà all’interno dei sistemi, o di rivendicazione della propria soggettività, come è accaduto nei grandi movimenti di protesta del 1968 e del 1978, che hanno visto in seguito molti dei giovani protestatari sedersi su quei posti che cercavano di rovesciare o entrare a far parte di quegli ingranaggi che avrebbero voluto bloccare.
E forse questo è il caso della giornalista Maria Giovanna Maglie, che da persona poco simpatica arriva ad essere addirittura “cattiva”.
Essere simpatici può non dipendere da noi e si può non esserne responsabili. Spesso, però, chi mal sopporta di essere antipatico ostenta una “cattiveria” che dipende tutta da se stesso. La Maglie non sembra discostarsi molto da questo personaggio con il quale tenta di riconquistare una notorietà che le possa garantire la direzione di un nuovo programma televisivo.
Dobbiamo, quindi, interrogarci su cosa potrebbe essere questo nuovo programma diretto da Maria Giovanna Maglie. Sicuramente un programma che – pur non condividendo i furgoni lanciati dai terroristi islamici sulla folla inerme – ne approverebbe la modalità, un programma nel quale la stessa conduttrice si farebbe conducente di una macchina con la quale ha detto che «investirebbe Greta Thunberg». La investirebbe, sì. Ma non può farlo e non può dirlo, se non attraverso la retorica a cui la obbliga un politicamente corretto che le vieta di dire le cose come uscirebbero direttamente dalla sua pancia: eliminare le persone che possono avere o che vivono una qualche disabilità [Greta Thunberg ha la sindrome di Asperger, forma di disturbo dello spettro autistico, N.d.R.].
Sono soggetti che andrebbero eliminati, poiché non soltanto attraverso la loro esistenza danno un’immagine deforme – ma sarebbe meglio dire difforme – della realtà, ma i loro stessi pensieri, le idee che professano, sono deformi. E, quindi, “degenerate” al limite della tolleranza umana, vite indegne di essere vissute, e che sarebbe meglio schiacciare sotto una macchina.
La Maglie, perciò, non vorrebbe soltanto passare sopra il corpo di una sedicenne, ma passare sopra le idee che questa sedicenne grida, in modo sommesso, al mondo intero.
È quindi con una profonda indignazione, da qualunque parte si vogliano vedere le parole della Maglie, che bisogna reagire e controbattere a questo “vilipendio dell’umanità”. E forse, per Maria Giovanna Maglie, bisognerebbe dare vita proprio a un reato come “vilipendio dell’umanità” più che crearle un programma alla RAI.
Il resto di questa vicenda, però, ahinoi, saranno le sue parole non pesate, le persone e i fatti che faranno parte del suo programma televisivo e di cui si sta già capendo quale sarà l’orientamento.
Forse, il problema non è il rinnovo del suo tesserino di giornalista scaduto, ma una patente di guida, in tutti i sensi, che sarebbe più conveniente ritirarle.
Regista.
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