«La testimonianza diretta dei giovani dislessici è molto importante per coinvolgere i bambini e i ragazzi, sensibilizzandoli sui temi come l’inclusione scolastica e sociale e costituisce uno stimolo positivo e propositivo per tutti i giovani che stanno costruendo la propria identità».
Viene presentato così, dall’AID (Associazione Italiana Dislessia), il Progetto My Story, che si articola su una serie di incontri nelle scuole d’Italia, ove un gruppo di giovani con dislessia o altri DSA (disturbi specifici di apprendimento) – problemi che si stima possano interessare oggi in Italia circa due milioni di persone – raccontano la loro esperienza, condividendo vissuti e riflessioni.
Il percorso è ripreso nei giorni scorsi dal Veneto (Rovigo), continuando il 29 marzo in Puglia (Taranto) e il 30 marzo nelle Marche (Matelica, provincia di Macerata) e in Lombardia (Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova). È proseguito quindi il 13 aprile in Toscana (Massa Carrara), e continuerà il 17 maggio in Campania (Caserta) e sempre in maggio (in date ancora da definire), in Calabria (Crotone) e in Sicilia (Enna).
Un secondo “tour” si avrà poi nei mesi da ottobre a dicembre. (S.B.)
A questo link è disponibile un approfondimento su My Story, oltre al calendario in costante aggiornamento dei vari incontri.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: amorabito@lifecommunication.agency (Anna Morabito); comunicazione@aiditalia.org (Gabriele Brinchilin).
La dislessia e gli altri DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)
Il più diffuso DSA (disturbo specifico di apprendimento) è la dislessia, cioè il disturbo specifico della lettura, che si manifesta e si evolve in concomitanza dell’inizio dell’attività scolastica, quando emergono le prime difficoltà nell’attivare in maniera fluente e senza affaticamento tutte quelle operazioni mentali necessarie per leggere, quali riconoscere le lettere singole, le sillabe e quindi le parole, associandole ai suoni corrispondenti. Frequenza degli errori e lentezza nella decodifica ne sono i tipici aspetti: il bambino può, per esempio, presentare difficoltà nel riconoscere, scambiandoli tra loro, grafemi che differiscono visivamente per piccoli particolari quali: “m” con “n”, “c” con “e”, “f” con “t”, “a” con “e”.
La persona con disortografia, invece, evidenzia la difficoltà a tradurre correttamente le parole in simboli grafici e a confondere il suono delle lettere (per esempio “f/v”, “t/d”, “p/b”, “c/g”, “l/r”).
Un terzo disturbo che impedisce alla persona di esprimersi nella scrittura in modo fluido è la disgrafia, caratterizzata da una grafia spesso illeggibile, da una pressione eccessiva sul foglio e dallo scarso rispetto degli spazi sul foglio.
C’è infine la difficoltà a comprendere simboli numerici e a svolgere calcoli matematici, conosciuta con il nome di discalculia. Stando ai dati, circa il 3% della popolazione studentesca è affetta da tale disturbo, che complica la lettura e la scrittura dei numeri e soprattutto l’elaborazione delle quantità. Gli errori collegati a questa problematica molto spesso non vengono riconosciuti nell’immediato. Diversi, infatti, sono i casi di discalculia erroneamente diagnosticati come dislessia.
L’AID (Associazione Italiana Dislessia)
È nata con la volontà di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità verso il disturbo della dislessia evolutiva, che in Italia si stima colpisca circa 2 milioni di persone.
L’Associazione – che conta oggi su più di 18.000 Soci e su 98 Sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale – lavora in particolare per approfondire la conoscenza dei DSA e promuovere la ricerca, accrescere gli strumenti e migliorare le metodologie nella scuola, affrontare e risolvere le problematiche sociali legate ai DSA. È aperta ai genitori e ai familiari di bambini dislessici, ai dislessici adulti, agli insegnanti e ai tecnici (logopedisti, psicologi, medici).