Jennifer sedeva sempre sola nel pullman della scuola, Massimo percepiva le sue difficoltà rispetto ai suoi coetanei, Veronica credeva di essere “ammalata” di sindrome di Down, Federico preferiva lasciare stare, piuttosto che affrontare le nuove esperienze, Gerald ha rischiato di non partire per i Giochi Mondiali di Abu Dhabi perché ha un passaporto da rifugiato politico.
Sono iniziate così alcune storie dei 115 atleti azzurri che hanno rappresentato il nostro Paese ai Giochi Mondiali di Abu Dhabi, le vostre storie. Avete appena scritto una bella pagina, avete appena cambiato il finale con il vostro viaggio negli Emirati Arabi Uniti, uno straordinario contesto che per la sua cultura e la storia ha rappresentato un’assoluta sfida.
Insieme ad altri 6.885 atleti provenienti da tutto il mondo, avete lanciato un messaggio culturale di inclusione attraverso lo sport senza precedenti. Una call to action a cui l’Italia ha risposto fortemente, coinvolgendo per la prima volta le massime cariche istituzionali: il premier Conte, la presidente del Senato Casellati, il presidente della Camera Fico e il ministro per la Famiglia e le Disabilità Fontana. Poi ancora il CONI, con Malagò, Pancalli e un popolare presentatore TV, che per noi é anche e soprattutto un papà speciale: Paolo Bonolis.
A proposito di TV, la RAI e la carta stampata nazionale hanno dato voce ogni giorno alle vostre storie, siete degli “eroi”, quelli che Special Olympics in tutto il mondo ama chiamare i Game Changers [letteralmente “coloro che cambiano il gioco”, N.d.R.]: coloro che non si arrendono alle difficoltà e, se pensano che siano sbagliate, le regole del gioco le cambiano.
Avete rivoluzionato le prospettive da cui guardare le persone, avete vinto tante medaglie ad Abu Dhabi, ma soprattutto avete vinto sui dubbi, le perplessità e i pregiudizi di chiunque vi abbia guardato giocare. Il tutto ancora una volta attraverso lo straordinario potere dello sport.
Vi invito ora a fare tesoro di questa esperienza appena vissuta. Agli atleti dico di mantenere alte nel tempo l’autonomia e l’autostima raggiunte in questi giorni, siete voi i primi Game Changers di Special Olympics, nel vostro quartiere, nella vostra città, ovunque viviate.
Invito tutti a raccontarla ad altri questa esperienza, condividendo il più possibile le emozioni che avete provato. Non stancatevi mai di farlo. Solo così l’inestimabile valore di questo viaggio moltiplicherà, arrivando a coinvolgere un numero sempre crescente di giovani e di potenziali atleti Special Olympics.
Ci sono ancora tante persone con disabilità intellettive che non sanno di avere l’opportunità di fare sport, di migliorare sensibilmente la propria vita. Aiutateci a trovarle, a farle uscire di casa, a far loro scoprire in prima persona ciò che voi avete vissuto sulla vostra pelle. Scriviamo insieme la storia di tante famiglie e tentiamo – con tutte le nostre forze – di voltare pagina anche per loro, perché il finale, voi lo sapete, può ancora cambiare e sorprendere.
Vi lascio con il poster della delegazione italiana ai Giochi Mondiali Special Olympics, Abu Dhabi 2019 [l’immagine qui a fianco pubblicata, N.d.R.]. Sono certa che troverà spazio nelle vostre case. Nella mia l’ha già trovato. Sono molto orgogliosa di voi, un forte abbraccio.