Opera sul territorio di Milano dall’inizio degli Anni Ottanta ed è un punto di riferimento per i/le cittadini/e con disabilità che vi abitano, offrendo servizi e realizzando progetti orientati a fornire a quegli stessi cittadini opportunità di inclusione sociale e attiva. Agisce inoltre per sensibilizzare la cittadinanza su temi di rilievo sociale e culturale riguardanti le persone con disabilità.
Ora l’Associazione La nostra comunità ha promosso il progetto denominato Violenza sulle donne con disabilità #rompereilsilenzio, presentandolo così: «La nostra esperienza ci ha fatto incontrare storie di grande sofferenza riguardanti forme di grave discriminazione affettiva e relazionale, spesso caratterizzata da episodi di autentica violenza di genere. Le forme di violenza diventano davvero complesse quando ad esserne vittime sono ragazze o donne con disabilità, specie se portatrici di un ritardo mentale o di un problema psichico. Siamo consapevoli che si tratta di un tema delicato e difficile da affrontare, e il fatto che se ne parli ancora troppo poco è un dato oggettivo. I Centri Antiviolenza riconoscono di non essere preparati in modo sufficiente per affrontare il problema quando bisogna prestare aiuto a donne con disabilità; le donne con disabilità hanno paura a denunciare o, a volte, presentano poca capacità di valutare le violenze subite. Queste sono alcune motivazioni che ci portano a rompere il silenzio ed a presentare un progetto che sensibilizzi sul tema ed operi attraverso percorsi possibili di tutela, di protezione e di autonomia nelle scelte».
L’iniziativa, dunque, intende promuovere una serie di azioni, qui di seguito elencate:
° dare degli strumenti/costruire percorsi educativi rivolti a giovani donne con disabilità che fanno i conti con l’affettività e con la sessualità/riproduttività negata in famiglia e nella società, donne che a volte agiscono in prima persona in modo non consapevole o non consensuale. Si tratta di percorsi che in molti casi le stesse donne con disabilità non riconoscono come possibili;
° informare/sensibilizzare la comunità sul problema della violenza partendo dalla vita reale, dalle esperienze di donne con disabilità;
° contrastare una cultura doppiamente discriminante verso le donne con disabilità per la fragilità che le identifica e per l’invisibilità che spesso caratterizza gli episodi di violenza sulla loro persona.
Le prime beneficiarie del progetto saranno le giovani e le donne con disabilità, prevalentemente psichica ed intellettiva, che risiedono nella città di Milano (l’Associazione stima di poter raggiungere 50/60 giovani donne con disabilità).
Altri beneficiari saranno le famiglie, gli operatori dei servizi istituzionali e del Terzo Settore che incontrano difficoltà ad affrontare situazioni di violenza di genere e la discriminazione multipla a cui sono esposte le donne con disabilità.
Ma beneficiaria ne sarà anche la cittadinanza tutta, destinataria delle azioni di informazione/sensibilizzazione culturale che il progetto promuove.
Per finanziare #Rompere il silenzio, La nostra comunità ha scelto di partecipare alla competizione lanciata dalla compagnia assicurativa Aviva, che attraverso la piattaforma Aviva Community Fund, sostiene iniziative volte alla valorizzazione della cultura della diversità, alla difesa del futuro dei più deboli e alla tutela della salute, con donazioni fino a 20.000 euro.
Dalla piattaforma stessa è possibile votare i diversi progetti presentati. Arriveranno alla fase finale le ventuno idee più votate e la competizione si concluderà il 7 maggio prossimo.
Condividendo le finalità di #Rompereilsilenzio, e considerando questo progetto apprezzabile, auspichiamo che possa ricevere tanti voti.
Per informazioni: info@lanostracomunita.it.
A questo link è disponibile la sezione del sito di Informare un’h dedicata al tema La violenza nei confronti delle donne con disabilità. A quest’altro la sezione (rinnovata) riguardante Donne con disabilità.
Per approfondire ulteriormente quello stesso tema, inoltre, si può anche fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite.