C’è una crescente consapevolezza sui diritti delle persone con disabilità intellettive e tuttavia milioni di loro in tutto il mondo continuano a soffrire in modo sproporzionato a causa della mancanza di accesso a cure sanitarie di qualità: è quanto emerso con chiarezza in occasione dello Special Olympics Global Inclusive Health Forum (“Forum Special Olympics sulla salute globale inclusiva”, tenutosi ad Abu Dhabi qualche giorno prima dei recenti Giochi Mondiali Estivi di Special Olympics, il movimento internazionale dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva e/o relazionale. Un evento, quest’ultimo, del quale anche il nostro giornale si è ampiamente occupato.
Per l’occasione è stato lanciato anche un appello per un’azione globale, compresa quella sulle risorse finanziarie, in modo tale che 11 milioni di persone con disabilità intellettive in 20 Paesi in Via di Sviluppo possano ottenere, entro il 2020, le cure di cui hanno bisogno.
E a dare ulteriore concretezza alla necessità di agire in questo settore, si è data visibilità anche ai dati riportati dall’OMS (Organizzazionre Mondiale della Sanità), secondo i quali i problemi di salute delle persone con sindrome di Down, autismo e sindrome di Turner sono spesso ignorati, soprattutto quelli dentali e alla vista. Rispetto alle persone senza disabilità, inoltre, esse hanno il triplo delle probabilità di sviluppare una malattia cardiaca e il doppio di diventare obesi.
Dal canto suo, il movimento di Special Olympics si è mosso a livello di screening dei propri tantissimi atleti, ciò che anche qui ha evidenziato la necessità di operatori sanitari qualificati per garantire alle persone con disabilità intellettive un accesso sostenibile all’assistenza sanitaria.
Sempre ad Abu Dhabi, infine, è stato lanciato un messaggio ai Governi dei vari Paesi, per far sì che raccolgano dati sufficienti a guidare le decisioni politiche rivolte alle persone con disabilità intellettiva.
«C’è ancora una grande discriminazione nei confronti delle persone con disabilità intellettive – ha dichiarato Timothy Shriver, presidente di Special Olympics – alimentata spesso da varie incomprensioni. Invitiamo dunque i professionisti sanitari a far parte del cambiamento, poiché l’assistenza sanitaria dovrebbe essere un diritto appartenente a tutta la popolazione mondiale e non solo ad una parte di essa».
«Nei prossimi cinque anni – ha aggiunto Javier Vasquez, vice presidente del movimento – sono necessari più di 9 milioni di dollari per la formazione di 10.000 operatori sanitari, in modo che le persone con disabilità intellettive nei Paesi in Via di Sviluppo non rimangano invisibili all’interno del sistema sanitario. Senza questo tipo di formazione, queste persone continueranno a ricevere un’assistenza sanitaria inadeguata, violazioni dei diritti umani e ridotte aspettative di vita. Abbiamo quindi bisogno dell’aiuto di tutti per salvare vite umane». (S.B.)