Al mare o in montagna, la Lega del Filo d’Oro oltre le barriere

Ha preso il via in questa settimana a Senigallia una nuova edizione dei soggiorni estivi della Lega del Filo d’Oro, rivolti alle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali e che prevedono tante attività di svago e visite guidate, laboratori artigianali, giochi e bagni al mare o passeggiate in montagna. Si tratta di una delle iniziative più “antiche” promosse dall’organizzazione nata a Osimo, occasione privilegiata di incontro, socializzazione e conoscenza, per le persone con disabilità coinvolte, ma anche momento di sollievo per le loro famiglie
Soggiorno estivo 2018 della Lega del Filo d'Oro: foto di gruppo
Foto di gruppo per uno dei soggiorni estivi promossi lo scorso anno dalla Lega del Filo d’Oro

Già in questa settimana è stato avviato a Senigallia, nelle Marche, un nuovo ciclo di soggiorni estivi organizzati dalla Lega del Filo d’Oro per le persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, con tante attività di svago e visite guidate, laboratori artigianali, giochi e bagni al mare o passeggiate in montagna.

Tale iniziativa rappresenta una delle attività che la Lega del Filo d’Oro promuove da maggior tempo. Ad avviarla, infatti, fu la stessa fondatrice dell’organizzazione, Sabina Santilli, nell’estate del 1964, e per tutti questi anni è stata – e continua ad essere – un’occasione privilegiata di incontro, socializzazione e conoscenza per le persone sordo cieche, ma anche un momento di sollievo per le famiglie, sicure che a prendersi cura dei propri figli saranno personale e volontari competenti.

«I soggiorni estivi – conferma Rossano Bartoli, presidente della Lega del Filo d’Oro – sono un momento importante per le persone sordocieche perché permettono loro di fare nuove esperienze e di acquisire maggiore autonomia. In oltre cinquant’anni di storia della nostra Associazione sono stati più di mille i volontari che vi hanno preso parte e senza i quali tutto questo non sarebbe stato possibile».
Ogni anno, infatti, l’attività dei soggiorni estivi implica per la Lega del Filo d’Oro un notevole impegno, sia per l’elevato numero di persone coinvolte, sia per la complessità degli aspetti organizzativi e logistici da considerare e risulta fondamentale anche il rapporto di collaborazione che si instaura con la rete dei servizi sul territorio.
Nell’edizione 2019 sono coinvolte un centinaio di persone sordocieche e altrettanti volontari, ai quali si aggiungono operatori specializzati e interpreti LIS (Lingua dei Segni Italiana).
Quattro sono i soggiorni previsti, con la prima settimana in corso, come detto, a Senigallia (Ancona), la stessa località dove è prevista anche la prossima, dal 22 al 29 giugno.
In luglio, invece, ci si sposterà a Giulianova (Teramo), nelle settimane dal 14 al 28 del mese, mentre dal 25 agosto all’8 settembre sono in programma le settimane in montagna a Pinzolo (Trento). (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Marco Simonelli (m.simonelli@inc-comunicazione.it); Chiara Ambrogini (ambrogini.c@legadelfilodoro.it).

La Lega del Filo d’Oro
Era il 1964 quando Sabina Santilli, una caparbia e lungimirante donna sordocieca, decise di fondare – assieme a un piccolo gruppo di volontari – un’Associazione che potesse rappresentare il «filo aureo della buona amicizia», per aprire al mondo le persone sordocieche e fare in modo che la società si accorgesse di loro. E questo filo prezioso che unisce il sordocieco con il mondo esterno è il concetto che ha ispirato sia il nome che l’attività della Lega del Filo d’Oro, realtà unica in Italia, che da allora fornisce un servizio altamente qualificato alle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
La mission – di quella che dal 1998 è divenuta una ONLUS – consiste nell’assistenza, nella riabilitazione, nell’educazione e nel reinserimento in famiglia – e in molti casi anche nella società – delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
La Lega del Filo d’Oro ha da sempre svolto campagne di comunicazione e di sensibilizzazione per diffondere la corretta conoscenza della sordocecità e delle problematiche ad essa correlate presso l’opinione pubblica, i media e le Istituzioni ed è oggi punto di riferimento in Italia per la rappresentanza e l’affermazione dei diritti delle persone sordocieche e delle loro famiglie.
Ad Osimo, in provincia di Ancona, si trova la Sede Nazionale, al cui interno vi sono il Centro Diagnostico, che formula una valutazione globale ed effettua interventi precoci per bambini al di sotto dei 4 anni, i Servizi Educativo-Riabilitativi, il Settore Medico, il Centro di Ricerca e il Centro di Documentazione.
Con circa 600 dipendenti, più di 650 volontari e circa 500.000 sostenitori, la ONLUS è presente oggi in Italia in 8 Regioni con 5 Centri Residenziali, a Osimo, Lesmo (Monza Brianza), Modena, Molfetta (Bari) e Termini Imerese (Palermo) e 3 Sedi Territoriali a Padova, Roma e Napoli.
L’Associazione può contare su un team completo di professionisti, composto da una parte da operatori educativo riabilitativi, fisioterapisti, psicologi e assistenti sociali, dall’altra da medici specializzati, come neurologi, ortopedici, oculisti, pediatri, genetisti, dentisti, logopedisti e fisiatri, oltre a tutto il personale amministrativo e dei servizi generali.
Per ogni ospite della Lega del Filo d’Oro viene elaborata una terapia riabilitativa personalizzata e sistemi adeguati di comunicazione, per permettergli di stabilire relazioni col mondo e recuperare, quanto più possibile, una dimensione fatta di dignità e autonomia.
Un solo dato: nel 2018 sono stati seguiti complessivamente 911 utenti.
Le attività svolte vengono attualmente finanziate solo in parte da fondi pubblici, mentre circa il 65% delle entrate arrivano grazie alle risorse donate da privati. La Lega ha anche fondato un proprio Centro di Ricerca e collabora in Italia con numerosi istituti universitari, così come, a livello internazionale, con altri enti e organizzazioni che perseguono i medesimi obiettivi.

Sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale: conoscere per intervenire
Non poter vedere, sentire, parlare. Essere costantemente immersi in un buio silenzioso. È questo ciò che accade a chi è sordocieco, persona che presenta una grave o totale minorazione della vista e dell’udito, cui spesso possono associarsi anche disabilità intellettiva, deficit motori, problemi comportamentali. Per capire cosa significhi in termini pratici, può bastare sapere che la nostra mente riceve il 95% di tutto ciò che apprende attraverso questi due sensi.
Le cause di queste disabilità sono molteplici: infezioni virali contratte nel primo trimestre di gravidanza (ad esempio la rosolia), nascite premature o con complicanze di vario tipo, meningite, malattie genetiche e rare, come la sindrome di Usher (malattia ereditaria che determina un’alternazione del codice genetico, producendo una proteina anomala, che a propria volta influenza lo sviluppo e il corretto funzionamento degli apparati visivo ed uditivo) o la sindrome CHARGE (malattia genetica dovuta ad alterazioni del gene CHD7, sul cromosoma 8. CHARGE è infatti un acronimo composto dalle iniziali delle caratteristiche cliniche principali, vale a dire C=coloboma oculare, H=difetti cardiaci, A=atresia delle coane, R=ritardo di crescita e\o di sviluppo, G=anomalie genitali e\o urinarie, E =anomalie dell’orecchio e sordità).

Mission e “metodo” della Lega del Filo d’Oro
Tutte queste patologie rappresentano dunque le premesse per uno stato di isolamento assoluto, ma alla Lega del Filo d’Oro c’è la forte convinzione che anche per chi si trova in queste condizioni esista uno spazio per entrare in rapporto con gli altri, un linguaggio che va oltre le parole, per poter migliorare le possibilità di comunicazione e, di conseguenza, la qualità della vita delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali.
Forte è anche la consapevolezza che non esista un approccio standard a questi tipi di disabilità, ma che esso vada costruito, di volta in volta, a seconda dell’utente che si ha davanti, del grado e della combinazione delle minorazioni, del momento e delle cause della loro insorgenza e anche dell’ambiente socio-familiare.
Così per ognuno – dopo un’approfondita analisi delle abilità residue e delle cause principali di sordocecità e pluriminorazioni psicosensoriali – viene messo a punto un piano di intervento personalizzato, attuato sempre con il coinvolgimento delle famiglie, delle istituzioni e dei territori: solo in questo modo si può infatti realizzare pienamente il reinserimento nella realtà sociale che rappresenta il fine ultimo dell’Associazione.
Questa mission viene perseguita attraverso diverse tappe: la creazione di strutture apposite, la formazione di operatori qualificati, lo svolgimento di attività di ricerca, la diagnosi e le diverse terapie riabilitative.
Nei Centri di Riabilitazione, ai quali si accede dopo un’accurata indagine del Centro Diagnostico, uno staff della Lega del Filo d’Oro – costituito da psicologi, pedagogisti, operatori educativo-riabilitativi e medici specialisti – opera a stretto contatto, conducendo gli interventi riabilitativi con una verifica continua degli obiettivi previsti per ogni singolo assistito. Tutti gli ospiti, infatti, sono divisi in gruppi in base all’età, alle diverse disabilità sensoriali, allo stadio evolutivo e ognuno è seguito da uno o due operatori.
In particolare, va ricordata in conclusione la grande importanza di un intervento precoce sui bambini dai 0 a 4 anni, per agire tempestivamente già nella primissima infanzia e offrire così le migliori garanzie di recupero.

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