E di caregiver familiari quando se ne parlerà?

di Alessandro Chiarini*
«Purtroppo dobbiamo registrare - scrive Alessandro Chiarini, presidente del CONFAD (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità) - che in quest’ultimo anno non è stato preso nessun provvedimento concreto riguardante i caregiver familiari, che assistono i propri cari con grave disabilità. Proseguiremo dunque caparbiamente la nostra attività, sensibilizzando la classe politica affinché si giunga una volta per tutte all’approvazione della Legge sui caregiver, e richiamando il Governo e le forze politiche che lo sostengono ad essere coerenti con le promesse elettorali a suo tempo pronunciate»
Caregiver con persona disabile
Una caregiver familiare assiste un proprio congiunto con disabilità gravissima

Trascorso un anno dall’insediamento di questo Governo, il nostro Coordinamento [CONFAD – Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità, N.d.R.] ritiene sia giunto il momento di tracciare un primo bilancio, verificando cosa è stato fatto per migliorare le condizioni di vita dei caregiver familiari che avevano chiesto a gran voce il riconoscimento di quei diritti e di quelle tutele da troppo tempo colpevolmente negati.

Purtroppo dobbiamo registrare che non è stato preso nessun provvedimento concreto. Nessuna mano tesa verso i caregiver familiari.
Nel corso della passata Legislatura, la Legge di Bilancio per il 2018 [Legge 205/17, N.d.R.] aveva istituito uno specifico Fondo per il sostegno di cura e di assistenza del caregiver familiare, assegnando 20 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2018-2020.
Gli interventi legislativi che dovevano determinare l’utilizzo di questo Fondo e che non esistevano all’approvazione di questa legge, mancano ancora oggi! Pertanto quel Fondo non può essere utilizzato, e chissà per quanto altro tempo sarà così!
La nuova Legge di Bilancio per il 2019 [Legge 145/18, N.d.R.] ha incrementato la dotazione del Fondo di 5 milioni per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, ma, in assenza di interventi legislativi specifici, tale incremento suona come una vera e propria beffa per i caregiver familiari: vi è cioè una legge che determina la dotazione economica, ma non ve n’è una legge che ne determini l’utlizzo!

Abbiamo ascoltato tante belle parole, tanti bei propositi, durante gli incontri avuti in sede istituzionale, salvo registrare un sostanziale nulla di fatto! Nessun Testo Unificato (dai sette testi di legge depositati negli anni scorsi) è ancora uscito dall’XI Commissione del Senato (Lavoro Pubblico e Privato, Previdenza Sociale). Nulla!
Chiediamo quindi con fermezza che il Ministero per la Famiglia e le Disabilità provveda con urgenza ad attivare tutte quelle misure a sostegno dei caregiver familiari promesse oltre un anno fa e ad oggi ancora disattese.
Facciamo inoltre un appello affinché l’XI Commissione del Senato calendarizzi con urgenza la discussione di un Testo Unico che contenga tutele sostanziali per i caregiver familiari, e non interventi di facciata.

Nel merito riassumiamo alcuni punti significativi che una Legge degna di questo nome non può non considerare:
° Il riconoscimento della figura del caregiver familiare: «la figura del caregiver è solo ed esclusivamente familiare», come da Disegno di Legge 555 (articolo 2) e Disegno di Legge 853 (articolo 1), secondo quanto già previsto nell’articolo 1, comma 255 della citata Legge di Bilancio 205/17 («Si definisce caregiver familiare la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai  sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto  bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18»).
Il caregiver familiare non è un volontario, dal momento che so no le circostanze della vita che lo hanno condotto a fare una scelta d’amore, evitando l’istituzionalizzazione del congiunto, ed evidentemente ciò non ha alcuna colleganza con l’attività di volontariato.

° Tutela previdenziale: il riconoscimento al caregiver familiare della copertura, a carico dello Stato, dei contributi figurativi riferiti al periodo di lavoro di assistenza e cura effettivamente svolto ed equiparati a quelli usuranti (ricordiamo a questo proposito che il Premio Nobel per la Medicina del 2009 Elizabeth Blackburn realizzò uno studio ove si dimostrava che l’aspettativa di vita di un caregiver familiare arriva a diciassette anni in meno rispetto alla media).
Inoltre dev’essere riconosciuta al caregiver familiare che svolga attività lavorativa, la possibilità di accedere al pensionamento anticipato e senza penalizzazioni, sia per i caregiver che non hanno mai potuto svolgere un’altra attività lavorativa, sia per quelli che hanno dovuto abbandonarla parzialmente o totalmente, al raggiungimento di trent’anni di contributi, sommando ai contributi da lavoro – eventualmente già versati – quelli figurativi versati dallo Stato per l’attività di caregiver familiare.

° Sono necessari percorsi preferenziali nelle strutture sanitarie al fine di ridurre i tempi di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie per il caregiver familiare. È auspicabile a tal proposito il rilascio di un’apposita tessera di riconoscimento al caregiver familiare in maniera tale da facilitare questi percorsi, prevedendo inoltre la possibilità di domiciliazione delle visite specialistiche, qualora l’assistito abbia difficoltà di spostamento, cosa assai frequente.

° Copertura assicurativa a carico dello Stato con il rimborso delle spese sostenute per sopperire alla vacanza assistenziale nei periodi di malattia o nei quali il caregiver è impossibilitato ad assistere il proprio familiare (riconoscimento malattie professionali).

° Politiche attive per Il lavoro: inclusione lavorativa o rioccupazione dei caregiver familiari che assistono persone con disabilità, anche favorendo e incentivando il telelavoro e il “lavoro agile”; conciliazione tra l’attività di assistenza e quella lavorativa; percorsi di reinserimento nel mondo lavorativo del caregiver familiare secondo le proprie competenze professionali pregresse, o valorizzando quelle acquisite nello svolgimento dell’attività di caregiving.

Il nostro Coordinamento proseguirà caparbiamente la sua attività, sensibilizzando la classe politica affinché si giunga all’approvazione di questa Legge, e richiamando il Governo e le forze politiche che lo sostengono ad essere coerenti con le promesse elettorali a suo tempo pronunciate.

Presidente del CONFAD (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità).

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