«Siamo contenti e orgogliosi che Franco Lepore sia stato scelto per un ruolo così importante e delicato. Desideriamo ringraziarlo per la competenza e l’impegno straordinario con cui ha guidato la nostra Associazione nei passati quattro anni e augurargli buon lavoro, certi che saprà rappresentare al meglio le istanze di tutte le persone con disabilità. Il disability manager, infatti, ha un ruolo di supervisione in moltissimi àmbiti, dall’accessibilità degli spazi alla mobilità, dall’inclusione scolastica agli inserimenti lavorativi. Il suo compito è verificare in sostanza che l’Amministrazione, nel momento in cui progetta, pianifica e attua i propri interventi, lo faccia tenendo conto delle esigenze delle persone con disabilità».
È quanto si legge in una nota diffusa dall’UICI di Torino (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), commentando la prestigiosa nomina del proprio presidente, l’avvocato Franco Lepore, a disability manager della Città di Torino, come ha annunciato nel corso di una conferenza stampa la sindaca Chiara Appendino.
A guidare ora l’UICI di Torino, subentrando a Lepore, e fino alla primavera del prossimo anno, sarà Giovanni Laiolo, fisioterapista, con una lunga esperienza nell’Associazione, nella quale, recentemente, ha coordinato il Settore Cultura.
«Nei nove mesi che ci separano dalla fine del mandato – dichiara il neoeletto Presidente – mi impegnerò al massimo per proseguire l’ottimo lavoro svolto in questi anni dal mio predecessore. Per farlo avrò bisogno del contributo di tutti. Dobbiamo fare squadra, per sostenere insieme le tante sfide che ci attendono, dal fronte occupazionale alla cultura, dall’educazione all’abbattimento delle barriere fisiche e mentali». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@uictorino.it (Lorenzo Montanaro).
Disability manager
Tale figura si può definire così: è un professionista adeguatamente remunerato, con un ruolo di supervisione in ogni àmbito (accessibilità, mobilità, politiche sociali, scuola, lavoro ecc.), che vigili sul rispetto della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e faccia sì che tutti gli attori istituzionali, quando pianificano, si chiedano: «Questa decisione che effetto avrà sulle persone con disabilità?».
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