«Non chiamiamolo bullismo, siamo di fronte a un atto di violenza gravissimo, che non possiamo liquidare come una bravata, ma che deve metterci in allarme di fronte all’inciviltà e all’ignoranza che ancora abitano nelle nostre comunità»: è con queste dure parole che Paolo Grillo, presidente nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) condanna quanto avvenuto a Taranto, dove un uomo di 40 anni con sindrome di Down è stato aggredito da alcuni giovani, che con pugni e calci gli hanno procurato lesioni e sono poi fuggiti.
Mentre il caso è al vaglio delle autorità giudiziarie, che stanno cercando di identificare gli aggressori e il movente, tante sono le voci di sdegno che si levano in queste ore dalla città pugliese. «Faccio fatica a riferirmi a questi aggressori con termini come “baby gang” – ha dichiarato a tal proposito a “la Repubblica” il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci – perché rischiamo di dare una denominazione da simpatico fumetto a chi ha perso la via della decenza e della civiltà. Devo dedurre che a nulla è servito vedere una Procura mobilitarsi per i gravissimi fatti di Manduria. A nulla è valso sapere che un uomo ha perso la vita a seguito di sevizie continue, a nulla è valso vedere propri coetanei privati della libertà a causa di quei fatti. Vorrei che questi ragazzi comprendessero che questi gravissimi episodi di violenza con il tempo arrecano danni irreparabili non solo alle vittime ma anche agli aggressori. Chiederò alle Istituzioni competenti un confronto, per cercare di arginare questa preoccupante deriva educativa».
«Ci rincuora la dura condanna espressa dal Sindaco – commenta Grillo – e lo sdegno manifestato dai cittadini. Questo ci fa capire che l’ignoranza è in minoranza e quindi abbiamo le forze per combatterla. Ora ci auguriamo che le autorità giudiziarie riescano a trovare i responsabili e a infliggere loro una pena che sia esemplare, nel senso non tanto della punizione, che poco ci interessa, quanto piuttosto della rieducazione e della formazione a valori civili imprescindibili. È una coincidenza significativa e importante che proprio oggi sia arrivato a Taranto il camper del nostro DownTour, viaggio iniziato il 21 marzo a Roma, che fino ad oggi ha toccato oltre venti città, con altrettanti diversi equipaggi, percorrendo già più di 3.500 chilometri [se ne legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. Il nostro camper sta attraversando tutta l’Italia, proprio per mostrare i volti di queste persone, di cui ancora qualcuno evidentemente fatica a riconoscere la piena dignità. Oggi a Taranto è una presenza forte, importante e significativa. Saremmo lieti di incontrare gli autori di quest’ azione, perché solo con la conoscenza si superano ignoranza e violenza».
«Questa aggressione stupida e vigliacca – aggiunge Nino Leone, presidente dell’AIPD di Taranto – ci fa registrare un fallimento sociale che spero sia di pochi. Ma noi vogliamo portare la nostra voce, la loro presenza, il loro grido “Ci sono anch’io”, nonostante tutto. Questo caratterizzerà la nostra manifestazione, il 6 luglio prossimo dalle 9.15 al Parco Cimino, un festoso corteo, insieme ad Associazioni amiche e tanti sostenitori, con sosta in Piazza del Municipio, dove incontreremo le autorità cittadine. Questa sarà la loro voce, questo sarà il loro appello per una società più reale». (S.B.)
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