«Abbiamo indirizzato le persone verso i percorsi e le attività lavorative più idonei ai loro profili, puntando sulle caratteristiche delle persone stesse e non su inserimenti generici. È infatti conoscendo la persona in modo diretto che questa si trasforma in una risorsa».
Lo dichiara Marco Rasconi, presidente nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), a proposito della nuova fase di PLUS, progetto di formazione e inserimento al lavoro, con il quale l’Associazione aveva vinto il primo “Bando Unico” previsto dalla Riforma del Terzo Settore e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, come avevamo segnalato a suo tempo.
L’iniziativa, va ricordato, è promossa dalla UILDM in partnership con il Movimento Difesa del Cittadino, l’Associazione Atlantis 27 e l’ANAS Puglia (Associazione Nazionale di Azione Sociale).
Dopo la prima fase, dunque, consistente nella formazione in aula di quaranta ore che ha visto gli ottanta partecipanti approfondire diverse tematiche, dalla sicurezza sul lavoro all’organizzazione di quest’ultimo, dalla sociologia della comunicazione alle tecniche di ricerca attiva dell’occupazione, per più di cinquanta persone è in arrivo la fase di formazione pratica della durata di trenta ore, all’interno di imprese, cooperative ed enti pubblici dislocati sul territorio nazionale.
Le attività proposte, come sottolineato da Rasconi, sono state individuate analizzando e valorizzando le caratteristiche della persona, le sue aspirazioni e bisogni, i percorsi personali, le qualifiche ed esperienze professionali, i titoli di studio.
Nelle prossime settimana, quindi, verrà avviata la formazione pratica anche per gli altri trenta partecipanti.
«La formazione pratica – aggiunge il Presidente della UILDM – rappresenta un primo accesso al mondo del lavoro e l’occasione di un possibile inserimento lavorativo. Rappresenta anche uno strumento attraverso il quale scoprire le proprie potenzialità e raggiungere maggiore autonomia, personale e sociale».
Un’ulteriore fase di PLUS prenderà poi il via in settembre, vale a dire la creazione di uno sportello regionale di accoglienza e ascolto, gestito autonomamente da trenta persone con disabilità selezionate tra gli ottanta destinatari iniziali, con l’obiettivo di fornire consulenza e assistenza all’inserimento nel mondo del lavoro. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Alessandra Irace (irace@secrp.com).
Il progetto PLUS: qualche dato in più
Gli 80 partecipanti al progetto PLUS sono persone con diversi tipi di disabilità, fisica e sensoriale, 32 donne e 48 uomini provenienti da 16 Regioni Italiane (in media 5 per ogni Regione): Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Trentino Alto Adige e Veneto.
L’età media complessiva è di 29,8 anni. La maggioranza ha la licenza media superiore o una laurea e ha già avuto esperienze lavorative.
Numerose sono le aziende che hanno aderito al progetto, offrendo ai partecipanti la possibilità di intraprendere il percorso di formazione pratica: cooperative sociali, enti pubblici, associazioni di volontariato, società di consulenza e formazione, aziende agricole, istituti scolastici, panifici, ristoranti/pizzerie, pasticcerie, saloni di bellezza, e altre ancora.
Diverse anche le mansioni: dalle attività amministrative e di segreteria alle attività di servizio al pubblico, da aiuto pasticciere a cameriere, da banconista a bibliotecario ad addetto alle vendite.