Utilizzando i fondi dell’8 per mille, la Chiesa Valdese ha finanziato in quest’ultimo anno il progetto denominato InclusiveWEB, metodologia innovativa nel campo delle tecnologie di supporto alle persone con disabilità.
Capofila dell’iniziativa è stata Sloweb, Associazione che promuove l’uso consapevole e responsabile del web, alla guida di un partenariato composto dall’APRI (Associazione Pro Retinopatici e Ipovedenti) e da Il Nodo Group, Associazione che studia i processi relazionali consci e inconsci tra gli individui nei gruppi di lavoro. Alla base di InclusiveWEB, infatti, vi è proprio il processo relazionale tra la persona con disabilità, la sua comunità e gli strumenti tecnologici di ausilio.
«Visto il successo dell’informatica nel mercato mondiale – spiegano da Sloweb -, questi strumenti di ausilio esistono in diverse forme, sia come soluzioni specializzate e di alto costo, sia come semplici configurazioni specifiche di dispositivi di uso comune, reperibili nell’àmbito della normale offerta di mercato. Queste ultime offrono costi contenuti, ma anche l’apertura di orizzonti di autonomia non disponibili con altre tecnologie, quali l’accesso in mobilità ai servizi internet di socializzazione, divertimento, informazione ecc.. In altre parole, la persona con ipovisione può ora uscire di casa e abbandonare le tradizionali tecnologie di ausilio basate su PC per utilizzare in modo pieno e soddisfacente i moderni smartphone e tablet».
«Tuttavia – proseguono – , la vasta offerta commerciale può porre dubbi sulla migliore soluzione: InclusiveWEB ha tra i propri obiettivi quello di consentire una scelta ponderata delle migliori tecnologie di supporto tra quelle offerte dal mercato. Inoltre, è progettata per essere utilizzata come strumento di valutazione di tecnologie di assistenza per ogni tipo di disabilità. Associazioni ed Enti possono fare uso della metodologia prodotta dal progetto, per determinare la tecnologia che meglio risponde ai bisogni dei propri iscritti».
Per ogni tecnologia analizzata, dunque, InclusiveWEB fornisce l’elenco dei bisogni ancora non soddisfatti e ulteriori requisiti di sviluppo per quelli non ancora soddisfacenti.
Nel corso del progetto, inoltre, è stato verificato il livello di risposta ai bisogni di persone con ipovisione da parte della tecnologia Apple iPhone in configurazione VoiceOver e con l’impiego dell’assistente personale Siri, riscontrandone un generale buon livello di rispondenza, ma anche specifiche mancanze.
«Il progetto – sottolineano in conclusione da Sloweb – è stato reso possibile da una felice forma di unione tra diverse competenze ed esperienze: quella informatica della nostra organizzazione, quella psicologico-relazionale del Nodo Group e quella propria dell’Associazione APRI». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@sloweb.org (Giulia Balbo).