Andiamo al cinema

di Gianni Minasso
La celebra decisamente “a modo suo”, Gianni Minasso, l’apertura di oggi della Mostra del Cinema di Venezia, ovvero parodiando una serie di titoli e trame di film famosi, utilizzando ovviamente la chiave della disabilità. È la nuova puntata di “A 32 denti (Sorridere è lecito, approvare è cortesia)”, rubrica del nostro giornale condotta come sempre da Minasso all’insegna della più caustica ironia, con varie incursioni nel grottesco e talora nella comicità più o meno involontaria che, come ogni altra faccenda umana, riguarda anche il mondo della disabilità
Realizzazione grafica con cinepresa e simboli di disabili (di Gianni Minasso)
(Realizzazione grafica di Gianni Minasso)

La cinematografia costituisce un’espressione artistica che spazia dalla fantasia all’informazione contribuendo alla diffusione del sapere. Quindi la cosiddetta “Settima Arte” si presta molto bene agli stravolgimenti satirici del sottoscritto e infatti l’indole malvagia di cui sono ampiamente dotato mi ha trascinato a parodiare titoli e trame di alcuni film famosi, utilizzando, ovviamente, la chiave dell’handicap. Come sempre, confido nell’indulgenza dei Lettori.

C’era una volta il Welfare
(Drammatico, “C’era una volta il West)
Passati i tempi delle vacche grasse, l’epopea dell’assistenza pubblica viene qui raccontata nella fase discendente della sua parabola (cioè oggi): tutto il lavoro compiuto dai grandi uomini del passato viene massacrato dagli attuali bagonghi nostrani della politica.

Indovina chi viene al Centro Diurno?
(Commedia, “Indovina chi viene a cena?)
Le consuete tensioni di un CAD (Centro di Accoglienza Diurno) aumentano a dismisura con l’arrivo di un portatore di handicap senegalese. Dopo varie peripezie, di cui qualcuna pure denunciabile all’autorità pubblica, il lieto fine arriva col matrimonio del giovane nordafricano con l’educatrice più racchia.

La Vita indipendente è bella
(Storico, “La vita è bella)
L’eroico protagonista di questa pellicola si sforza di convincere lo spettatore che la Vita Indipendente è una prassi positiva, nonostante i finanziamenti insufficienti, le incapacità dei badanti, i rompicapo delle buste paga, le beghe burocratiche eccetera eccetera.

Uno scivolo da marciapiede
(Drammatico, “Un uomo da marciapiede)
Uno sprovveduto ingegnere civile carrierista cade in disgrazia dopo il crollo di un suo ponte. Ridotto quasi all’accattonaggio, stringe amicizia con un disabile in carrozzina. I due decidono così di girovagare insieme per la città, prendendo a picconate gli scalini dei marciapiedi.

Love-giver story
(Drammatico, “Love Story)
Il gigolò Oliver viene assunto come love-giver da Jenny, ricca portatrice di handicap. Dopo alcune vicissitudini, l’uomo s’innamora della donna e i due iniziano a convivere. A un certo punto Oliver si ammala e muore, rattristando Jenny che nel frattempo aveva assunto un altro love-giver.

Handy, ti presento Sally…
(Commedia, “Harry, ti presento Sally…)

Un disabile e una disabile, durante un viaggio su un pulmino attrezzato, discutono animatamente sulla tesi di lui, cioè che tra uomo e donna con handicap non ci può essere amicizia perché di mezzo c’è sempre il sesso. Dopo undici anni si ritrovano e anche lei se ne convince.

Il giardino dei Finti Invalidini
(Fiction storica, “Il giardino dei Finzi-Contini)
A Ferrara, nella lussuosa villa di un truffatore pluripregiudicato, vengono effettuati dei corsi formativi per diventare finti invalidi. Qui, dopo il susseguirsi di peripezie, aneddoti ed equivoci vari, i protagonisti vengono sopraffatti dal crudele dramma costituito dal crac dell’INPS.

Poveri ma disabili
(Comico, “Poveri ma belli)
Romolo e Salvatore, giovani bulletti in carrozzina, s’innamorano di una fisioterapista che fra i due, dopo parecchie sedute e tante indecisioni, sceglie di rimettersi col precedente fidanzato culturista. I cupìdi ruotati restano delusi, ma presto si consolano corteggiando le reciproche sorelle.

Niente di nuovo sul fronte postale
(Guerra, “Niente di nuovo sul fronte occidentale)
Col passare del tempo, l’avventura iniziata da Paul Bäumer ristrutturando il suo bagno per renderlo accessibile, si trasforma in tragedia. Infatti, dopo lunghi anni di code alla Posta, morirà nella vana attesa del contributo regionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Un parcheggio che si chiama Desiderio
(Drammatico, “Un tram che si chiama Desiderio)
La trama è intessuta dalle mille traversie di Blanche, normodotata alla ricerca di un posto per la sua auto in un affollato centro commerciale. Alla fine la protagonista occuperà un parcheggio riservato ai disabili, attirando il carro attrezzi delle rimozioni forzate e l’annesso vigile multante.

Com-Mission: impossibile
(Azione, “Mission: Impossible)
Saga in cui il distrofico Etano Unto richiede più volte (e sterilmente) l’aggravamento della sua invalidità presso l’arcigna Com-Mission di accertamento locale. Abili schermaglie, astuzie improvvise, bluff, controbluff e trabocchetti linguistici: la noia sarà bandita.

Tutto quello che avreste voluto sapere sulla carrozzina, ma non avete mai osato chiedere
(Fantastico, “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso, ma non avete mai osato chiedere)
Il film è formato da sette episodi, in ognuno dei quali viene spiegato un particolare aspetto della carrozzina elettrica. La visione è consigliata ai curiosi, che così non ci domanderanno più quanti chilometri all’ora facciamo, quanto dura la carica delle batterie, come funziona il joystick e via blaterando.

Federico Felloni

Nella colonnina qui a fianco a destra, riportiamo l’elenco dei vari contributi di Gianni Minasso pubblicati da «Superando.it», per la rubrica intitolata A 32 denti (Sorridere è lecito, approvare è cortesia).

Share the Post: