Difficoltà di trasporto scolastico; mancanza di assistenza all’igiene personale, rispettando il genere; difficoltà relativa alla redazione o all’aggiornamento del PEI (Piano Educativo Individualizzato); mancanza di assistenza specialistica all’autonomia e alla comunicazione; mancanza o ritardo nell’assegnazione dell’insegnante di sostegno; insufficiente numero di ore di sostegno didattico rispetto al PEI; formazione delle classi rispettando il numero consentito: sono questi i principali disservizi (e non i soli) segnalati in questi giorni all’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), e sono essi a far dire a tale Associazione che «la scuola non è iniziata allo stesso modo per tutti gli studenti», mentre Roberto Speziale, presidente nazionale della stessa ANFFAS dichiara: «Da più di sessant’anni lavoriamo e lottiamo per il diritto allo studio dei bambini e dei ragazzi con disabilità di ogni ordine e grado perché l’educazione e l’istruzione rappresentano pilastri fondamentali nella vita e non è più accettabile vedere ulteriori mancanze in tal senso».
«Sono oltre 245.000 – si legge nella nota diffusa dall’ANFFAS – gli alunni e studenti con disabilità che, per poter frequentare la scuola in condizioni di pari opportunità con i loro compagni senza disabilità, necessitano di idonei sostegni, tra cui insegnanti curricolari adeguatamente formati, insegnante di sostegno, assistente all’autonomia e alla comunicazione, assistente igienico personale, supporti didattici personalizzati, prime classi formate secondo i limiti normativi, abbattimento delle barriere architettoniche e sensopercettive, trasporto scolastico ecc. All’inizio di ogni anno scolastico, invece, le famiglie e gli studenti con disabilità incontrano difficoltà in tali àmbiti che spesso poi si protraggono per l’intero anno di scuola, ostacolando o addirittura negando la piena inclusione scolastica e il loro diritto all’istruzione, trasformando questo inviolabile diritto in un incubo».
«Questo inizio di anno scolastico – viene poi rilevato – è ancor più particolare, essendo entrato in vigore, il 12 settembre scorso, il Decreto Legislativo 96/19 che ha introdotto significative novità al Decreto Legislativo 66/17, già disciplinante i processi di inclusione scolastica degli alunni con disabilità [del nuovo Decreto Legislativo 96/19 si legga ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. Infatti, con le novità introdotte, si prevede che a scuola il team dei docenti contitolari o il Consiglio di Classe – insieme ai genitori e alle figure professionali che hanno in carico quel determinato alunno con disabilità (sia dentro che fuori la scuola, quindi anche ASL, operatori della riabilitazione, responsabili degli interventi sociali, non solo più quelli dell’Ente Locale di riferimento), condividano l’intera congerie dei supporti da attivare per il raggiungimento di chiari e predeterminati obiettivi sia didattici che educativi, esplicitando in maniera completa gli strumenti, le strategie e le modalità per realizzare un idoneo ambiente di apprendimento nelle dimensioni della relazione, della socializzazione, della comunicazione, dell’interazione, dell’orientamento e delle autonomie, nonché gli indicatori di esito con cui durante l’anno monitorare l’andamento degli interventi e semmai ricalibrare il tutto. A tali incontri, previsti anche durante il corso dell’anno scolastico, dovrà partecipare, nelle scuole secondarie di secondo grado, anche l’alunno con disabilità (nel rispetto del diritto all’autodeterminazione, come indicato dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità) e pertanto occorrerà anche utilizzare strategie e tecniche di partecipazione efficace per raccogliere i desideri e le aspettative dell’alunno».
«E tuttavia – proseguono dall’ANFFAS – anche se le nuove norme sono entrate in vigore a partire dal 1° settembre, fino a tale data vi era ancora la vecchia disciplina che obbligava comunque gli Istituti a predisporre entro il 30 luglio degli incontri (chiamati GLHO [Gruppi di Lavoro Handicap Operativi, N.d.R.]) con i quali prevedere un primo embrionale PEI, in cui condividere le ore di sostegno didattico da richiedere all’Amministrazione Scolastica e l’individuazione, anche in termini di quantità e qualità, delle altre risorse professionali (assistente specialistico, semmai con determinate competenze ecc.), in base allo specifico percorso personalizzato programmato per quel dato alunno. Quindi, se tutto ciò non è partito subito sin dal primo giorno dell’anno scolastico per ciascun alunno, molto può essere dipeso dalla mancata predisposizione per tempo di tutta tale attività e occorre subito intervenire, ricordando anche che in passato alcuni Dirigenti Scolastici, unitamente a quelli degli altri Enti preposti, sono stati condannati per non avere dato il giusto impulso durante l’estate a tali attività, arrivando a settembre con ritardi clamorosi nella messa in atto di tutto quanto utile perché il primo giorno di scuola lo fosse per tutti».
A tal fine, dunque, l’ANFFAS ha voluto anche avviare una campagna di monitoraggio sull’intero territorio nazionale, mobilitando tutte le proprie basi associative, in modo tale da tutelare sin dal primo giorno di scuola tutti gli alunni con disabilità e consentire loro di avere ogni servizio e sostegno necessario, per assicurare condizioni di parità con tutti gli altri studenti e rendere davvero concreta l’inclusione scolastica.
«Auspichiamo che queste segnalazioni – commenta Speziale – vengano in primis prese in considerazione dai Dirigenti Scolastici e proprio a questi ultimi ci rivolgiamo per chiedere di sorvegliare affinché tutti i supporti e i sostegni siano per tempo predisposti in maniera idonea. Queste preoccupazioni, infatti, non devono essere tali soltanto per i genitori, ma i Dirigenti devono lavorare e verificare che non vi siano questi disservizi che creano ulteriori problemi e angosce, oltre che agli studenti con disabilità, anche ai genitori che in casi estremi e molto sfiduciati arrivano al pensiero estremo di ritirare i propri figli dall’ambiente scolastico».
«Sulla base di queste forti preoccupazioni – conclude il Presidente dell’ANFFAS – e per far venire alla luce tutte le disfunzioni e le carenze, invitiamo quindi tutti i genitori e familiari a segnalarle all’indirizzo nazionale@anffas.net». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e comunicazioni: comunicazione@anffas.net.
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