Ho letto sulle pagine di «Superando.it» l’interessante intervento di Emanuela Buffa (Il Sottosegretario e il rischio di autoghettizzarsi) che ritiene ghettizzante la nomina di un Sottosegretario per la Disabilità.
Buffa insiste molto sulle maggiori opportunità inclusive offerte dai contatti delle persone con disabilità e delle loro associazioni direttamente caso per caso sui singoli territori con gli uffici che di volta in volta debbono offrire dei servizi.
Concordo con lei circa non solo l’opportunità, ma anche la necessità, di tenere dei contatti sui propri territori. E tuttavia la figura di un Sottosegretario presso la Presidenza del Consiglio riguarda le politiche nazionali e solo a caduta quelle locali.
Anch’io sono stato contrario all’istituzione di un Ministero della Disabilità da parte del precedente Governo, ritenendolo un modo per ghettizzare. Però, stando a quanto dichiarato dal presidente del Consiglio Conte, durante il suo discorso programmatico alla Camera, qui si tratterebbe di un Sottosegretario operante presso la Presidenza del Consiglio, come richiesto da Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e un Sottosegretario situato presso la Presidenza del Consiglio non costituisce una forma di ghettizzazione, ma anzi diviene un punto di riferimento e di coordinamento interiministeriale i cui effetti, quindi, si ripercuotono su tutto il Governo e di necessità sui singoli Ministeri.
Si pensi all’insuccesso della logica settoriale sino ad oggi attuata con un Ministero a sé stante (prima il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, poi quello della Disabilità), relativo ai due Programmi di Azione biennali per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, ottimamente predisposti dall’Osservatorio Nazionale sulle Politiche della Disabilità e addirittura approvati dal Governo, che sono però rimasti lettera morta.
A mio avviso tale insuccesso è dovuto proprio al fatto che tali orientamenti politici erano istituzionalmente imputabili all’iniziativa di un solo Ministero. Se invece le politiche inclusive venissero coordinate dalla Presidenza del Consiglio, esse avrebbero una maggiore rilevanza politica e il piano di azione che ne scaturirebbe impegnerebbe veramente e non solo formalmente tutto il Governo.
Per questo, dunque, mi auguro che il Presidente del Consiglio voglia dare attuazione alla sua dichiarazione programmatica, scegliendo un Sottosegretario con un curriculum e un’esperienza associativa, culturale e politica di lunga data e di spessore.
Ovviamente altri potranno pensarla diversamente; ma un Sottosegretario presso la Presidenza del Consiglio può fare molto di più di uno dei tanti Ministri.