Il sole è alto, siamo a Cesenatico (Forlì-Cesena), agli Special Olympics Unified Beach Sports Games*, prima edizione in Italia e in tutta Europa.
Al secondo giorno di gare avvincenti arriva il momento di competere nella disciplina forse più impegnativa, quella del nuoto in mare. Ci vogliono prestanza fisica, concentrazione, determinazione, ma anche coordinamento e intesa, visto che si nuota in coppia: atleta Special Olympics con disabilità intellettiva e atleta partner senza disabilità intellettiva, proprio lì, in mare aperto.
È il turno di Anita e Mauro, del Team Corona Ferrea Nuoto di Monza, che gareggeranno contro Aurora e Federica del Team Eunike di Savona, nell’Open Water, 1500 metri.
«Noi atleti partner – racconta Mauro – abbiamo il compito di affiancare al meglio gli atleti e fare in modo che non cedano alla difficoltà oggettiva del nuoto in mare. Anita si è allenata tanto, ha fatto un’ottima gara, ma ha dovuto affrontare anche lei qualche momento di crisi che ha richiesto il mio intervento. Fin dall’inizio, dai primi 500 metri, ci siamo trovati a pochissima distanza da Aurora e Federica, noi eravamo poco più dietro. A tre quarti del primo giro di boa,. anche Aurora ha avuto la sua crisi. La determinazione stava lasciando il passo allo scoraggiamento più totale. Eravamo talmente vicini gli uni dagli altri che mi sono sentito subito coinvolto e senza pensarci due volte ho urlato “Forza Aurora!!”. Di rimando Federica ha fatto lo stesso, rivolgendosi alla mia compagna di squadra: “Dai Anita, spingi!!”. Di fatto le voci di incoraggiamento, la mia e quella di Federica, da quel momento in poi si sono alternate indistintamente, una volta per Anita e una volta per Aurora. Non eravamo ancora arrivati al traguardo e non ci sentivamo più due squadre in sfida, piuttosto una unica, sotto gli occhi ammirati dell’addetto al salvataggio che ci seguiva e che a sentirci continuava ad esclamare: “ Ma davvero non vi conoscete? Tutto questo è meraviglioso”. All’ultimo giro di boa io e Anita abbiamo superato Aurora e Federica».
Lucia Zulberti, coordinatrice tecnica della Nazionale Special Olympics del nuoto racconta: «Dalla spiaggia li vedevo arrivare e avevano pochissima distanza gli uni dagli altri. Urlavo a squarciagola per incoraggiarli indistintamente. In quel momento non era importante quale coppia di atleti tagliasse per prima il traguardo, desideravo invece che ognuna di loro portasse a termine la gara con tutte le forze. Ci sarebbero stati due vincitori e due che avrebbero accettato sportivamente la sconfitta, pensavo. Sono in Special Olympics da trentacinque anni e benché di storie straordinarie ne abbia sentite diverse, mai avrei creduto di assistere a quello che ho visto, non ero affatto preparata a un finale diverso».
«E così – prosegue Zulberti -, quando ormai sono tutti vicini al traguardo, nel momento in cui qualsiasi altro atleta al mondo avrebbe spinto al massimo per vincere, mi accorgo che invece Mauro e Federica, gli atleti partner, si scambiano uno sguardo complice e si intendono alla perfezione. Incredula li ammiro mentre Mauro e Anita rallentano, per allinearsi alle altre due “avversarie”. Mauro e Federica invitano allora le loro rispettive compagne di squadra a prendersi per mano. Di rimando loro obbediscono senza dubbio alcuno, senza la minima perplessità, come fosse la cosa più naturale del mondo. Anzi, una volta uscite dall’acqua, correndo verso il traguardo, Anita è inciampata ed è stata Aurora questa volta a sostenerla. E così, uniti, tutti e quattro, escono dall’acqua e tagliano il traguardo insieme, restituendo agli spettatori che erano lì, ai loro coach e al mondo intero un’immagine sportiva di inestimabile valore, un insegnamento, un inno all’inclusione. Una prova del fatto che benché la competizione esista e sia importante anche in Special Olympics, la vittoria vera è quella che va oltre il gradino più alto del podio».
La vittoria, in questa storia, è quella di quattro atleti che non si erano mai visti prima e che uniscono le forze per vincere la medaglia d’argento ex aequo, è quella di due atlete Special Olympics, Aurora e Anita, che da quel momento in poi non hanno smesso di sorridersi l’un l’altra, restando vicine anche nel momento della premiazione.
E la vittoria è anche quella di Mauro e Federica, atleti partner che hanno spontaneamente creato il senso profondo del Movimento Special Olympics, uno dei momenti più belli ed emozionanti dei Giochi di Cesenatico, insieme a qualche lacrima di felicità. (Special Olympics Italia)
*Special Olympics è il noto movimento internazionale dello sport praticato da persone con disabilità intellettiva e/o relazionale. Gli Unified Beach Sports Games sono stati una manifestazione caratterizzata dalla filosofia “unificata” introdotta da questo movimento, che vede atleti con e senza disabilità misurarsi insieme. A Cesenatico sono state in azione squadre miste impegnate nelle beach bocce, nel beach soccer, nel beach volley e nel nuoto in mare.