Strada in salita per il rispetto dei diritti

di Daniele Romano
«In Italia - scrive Daniele Romano - le politiche per le persone con disabilità e per le loro famiglie sono ferme o si limitano a fondi e “fondini”, spesso nemmeno sufficienti a rispondere ai diritti e ai bisogni di base. Il nuovo Governo dovrebbe costruire una politica di “mainstreaming”, mettendo cioè in connessione tutti gli àmbiti di vita di una persona con disabilità e della sua famiglia. Ben venga un Sottosegretario ad hoc, ma ciò non è sufficiente perché ogni Ministro si deve assumere la responsabilità di rispettare i diritti di tutte le persone con disabilità e delle loro famiglie»

Elaborazione grafica basata su varie parole (al centro "disabilità")Sono giorni difficili per chi ha un figlio con disabilità a scuola, e non solo in Campania, da dove scrivo. Il Ministero dell’Istruzione ha le suo responsabilità, ma al momento da Roma nessuno risponde.
Per quanto poi riguarda la Vita Indipendente delle persone con disabilità, fin da troppo tempo l’unico atto prodotto a partire dal 2013 dal Ministero delle Politiche Sociali sono le Linee Guida, ma senza una cabina di regìa che effettui un monitoraggio serio e con un riscontro effettivo di come vengono impiegate le risorse nelle varie Regioni. Per fare un esempio, in Campania, su circa venti progetti finanziati, solo la metà di essi procedono con le varie azioni necessarie.
E poi c’è il “Dopo di Noi”, rispetto al quale è di questi giorni la notizia del blocco dei fondi da parte del Comune di Napoli. In generale, poi, le risorse non bastano mai: parliamo infatti per il 2018 di circa 5 milioni di euro per l’intera Regione Campania, e come si può garantire il “Dopo di Noi” con un territorio che ha più di 6 milioni di abitanti?

In Italia le politiche per le persone con disabilità e per le loro famiglie sono ferme o si limitano a fondi e “fondini”, spesso nemmeno sufficienti a rispondere ai diritti e ai bisogni di base delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Il nuovo Governo dovrebbe costruire una politica di mainstreaming, mettendo cioè in connessione tutti gli àmbiti di vita di una persona con disabilità e della sua famiglia.
Ben venga un Sottosegretario ad hoc, ma ciò non è sufficiente perché ogni Ministro si deve assumere la responsabilità di rispettare i diritti di tutte le persone con disabilità e delle loro famiglie (Lavoro, Scuola, Trasporti, Politiche Sociali, Accessibilità, Economia).
A tal proposito, mi preoccupa molto il fatto che in questi giorni l’attenzione si stia ponendo, anche attraverso una petizione, solo sulla figura del Sottosegretario presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Certo, il mainstreaming della disabilità presso la Presidenza di Conte è importante, e va definito con un’apposita strategia, come ha fatto il segretario generale dell’ONU António Guterrez, per inserire la disabilità in ogni area di intervento delle Nazioni Unite [di questo si legga ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. Il funzionamento di questa nuova politica in Italia richiederebbe appunto una direzione specifica, con poteri definiti e uno staff permanente che seguisse tutte le questioni. Intanto, però, non dimentichiamoci dei problemi concreti che vivono le persone con disabilità e le loro famiglie e di cui sono competenti i vari Ministeri, con ricadute regionali.
E una Federazione come la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – come indicato nella mozione conclusiva approvata all’ultimo Congresso di Roma della stessa -, sarà più efficace nella sua azione, se continuerà ad affrontare le varie esigenze urgenti e se saprà rafforzare la propria presenza regionale con strategie nazionali condivise.

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