Avevamo già avuto modo di soffermarci sui grandi meriti del Progetto Beethoven, nel riuscire a far godere la musica a persone ipoudenti e sorde, portatrici di impianto cocleare e/o protesi acustica.
L’iniziativa – che, lo, ricordiamo è il frutto di un progetto coordinato dall’audiometrista Carla Montuschi, con il coinvolgimento attivo del Centro Ricerche Innovazione, Tecnologia e Sperimentazione della RAI, del Segretariato di Responsabilità Sociale dell’emittente pubblica, del Dipartimento di Otorinolaringoiatria della Città della Salute e della Scienza di Torino, dell’Università del capoluogo piemontese e dell’APIC (Associazione Portatori Impianto Cocleare) – è stata recentemente protagonista anche al Prix Italia 2019, il concorso internazionale organizzato dalla RAI, per programmi di qualità radio, TV e internet, quando in apertura della manifestazione, nel presentare i servizi RAI per l’accessibilità e l’inclusione, si è detto appunto «che grazie a sofisticate tecnologie, il Progetto Beethoven fa ascoltare musica alle persone con impianto cocleare o apparecchio acustico e che è già stato sperimentato con successo all’Auditorium RAI di Torino ed è pronto per altri teatri».
Sempre in occasione di Prix Italia 2019, Stefano Luppi, direttore delle Relazioni Istituzionali RAI, ha sottolineato che «il volume di ore di programmi sottotitolati su Rai 1, Rai 2 e Rai 3 è cresciuto dalle 10.000 ore del 2010 alle 16.000 del 2018, con una copertura dell’88% dei programmi delle tre reti». Ha annunciato inoltre che «presto verranno sottotitolati anche il TG1 delle 13.30, il TG3 delle 19 e il TG2 delle 20.30» e che la RAI «sta lavorando per sottotitolare tutti i programmi tematici, come accade già con RAI Premium e che presto coinvolgerà anche i canali di RAI Ragazzi». (S.B.)
Ringraziamo per la collaborazione Paolo De Luca.