I disturbi specifici di apprendimento (DSA), ovvero la dislessia, ma anche la disortografia, la disgrafia e la discalculia (se ne legga ampiamente nella scheda del box in calce), interessano in Italia circa 2 milioni di persone. Per quanto riguarda invece il settore strettamente scolastico, secondo le più recenti statistiche del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, gli alunni con DSA sono oltre 276.000 (3,2% del totale), numero in costante crescita, come avevamo recentemente segnalato anche sulle nostre pagine.
Di questi dati e molto altro si parlerà dal 7 al 13 ottobre, durante la quarta Settimana Nazionale della Dislessia, promossa dall’AID (Associazione Italiana Dislessia), in concomitanza con la Settimana Europea della Dislessia, voluta dall’EDA (European Dyslexia Association). Particolarmente incisivo il tema scelto per quest’anno, che è Diversi e Uguali: promuoviamo l’equità, «a sottolineare – come spiegano dall’AID – il valore della diversità di ogni persona, da tutelare attraverso pari diritti e opportunità, per una società realmente inclusiva».
Per tutta la prossima settimana, quindi, le oltre 90 Sezioni attive dell’AID, dislocate su tutto il territorio nazionale, in collaborazione con 300 Enti Pubblici e Istituzioni Scolastiche, organizzeranno in 80 città italiane più di 300 tra convegni, incontri di informazione e formazione, stand informativi nelle piazze, spettacoli teatrali e laboratori didattici, impegnando circa un migliaio di volontari (a questo link è disponibile l’elenco completo delle iniziative, in costante aggiornamento).
Dal canto suo, Erickson – tradizionale e consolidato partner dell’AID – proseguirà, a fianco dell’Associazione, a dare visibilità alla campagna denominata Lo sai che…?, voluta per sensibilizzare e approfondire la conoscenza sulla dislessia e sugli altri disturbi specifici di apprendimento.
Nello specifico, è stata Daniela Tiani a illustrare il manifesto intitolato Lo sai che… la dislessia è un particolare modo di apprendere?, nel quale ogni lettera della parola “particolare” rappresenta un suggerimento per insegnanti, professionisti e genitori che si confrontano con persone con DSA. La “P”, infatti, invita a “personalizzare” per scoprire le attitudini di ognuno; la “A” suggerisce “agganci visivi” che possono alleggerire la necessità di leggere per accedere ai contenuti; la “R” porta con sé la parola “rispetto”, per favorire la singola modalità di apprendere, “T” come testi accessibili; “I” come “inclusione”, per aiutare i bambini a vedere le differenze come una ricchezza e apprezzare le proprie caratteristiche; “C” come “compensare”; “O” come “obiettivi”; “L” come “Lasciare tempo”; “A” come “Autostima”; “R” come “Rielaborare”; “E” come “Evitare i giudizi” (il manifesto è scaricabile a questo link).
Ma non solo, oltre infatti alle varie attività social, con cui continueranno le iniziative di divulgazione e sensibilizzazione, la collaborazione tra Erickson e AID vedrà i suoi frutti anche nella primavera del prossimo anno, se è vero che è partito un nuovo progetto editoriale, con l’obiettivo di supportare gli insegnanti nella loro attività didattica. Si tratterà di alcuni volumi operativi sulle singole discipline scolastiche con dieci strategie attive essenziali per lo studente con DSA, utili però anche a tutto il resto della classe. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti:
Per l’AID: amorabito@lifecommunication.agency (Anna Morabito); comunicazione@aiditalia.org (Gabriele Brinchilin).
Per Erickson: algisa@mavico.it (Algisa Gargano).
La dislessia e gli altri DSA (disturbi specifici dell’apprendimento)
Il più diffuso DSA (disturbo specifico di apprendimento) è la dislessia, cioè il disturbo specifico della lettura, che si manifesta e si evolve in concomitanza dell’inizio dell’attività scolastica, quando emergono le prime difficoltà nell’attivare in maniera fluente e senza affaticamento tutte quelle operazioni mentali necessarie per leggere, quali riconoscere le lettere singole, le sillabe e quindi le parole, associandole ai suoni corrispondenti. Frequenza degli errori e lentezza nella decodifica ne sono i tipici aspetti: il bambino può, per esempio, presentare difficoltà nel riconoscere, scambiandoli tra loro, grafemi che differiscono visivamente per piccoli particolari quali: “m” con “n”, “c” con “e”, “f” con “t”, “a” con “e”.
La persona con disortografia, invece, evidenzia la difficoltà a tradurre correttamente le parole in simboli grafici e a confondere il suono delle lettere (per esempio “f/v”, “t/d”, “p/b”, “c/g”, “l/r”).
Un terzo disturbo che impedisce alla persona di esprimersi nella scrittura in modo fluido è la disgrafia, caratterizzata da una grafia spesso illeggibile, da una pressione eccessiva sul foglio e dallo scarso rispetto degli spazi sul foglio.
C’è infine la difficoltà a comprendere simboli numerici e a svolgere calcoli matematici, conosciuta con il nome di discalculia. Stando ai dati, circa il 3% della popolazione studentesca è affetta da tale disturbo, che complica la lettura e la scrittura dei numeri e soprattutto l’elaborazione delle quantità. Gli errori collegati a questa problematica molto spesso non vengono riconosciuti nell’immediato. Diversi, infatti, sono i casi di discalculia erroneamente diagnosticati come dislessia.
(a cura dell’AID – Associazione Italiana Dislessia)