Perché in Sicilia i “mezzi solidali” continuano a pagare il bollo auto?

«Forse sarebbe giunto il momento che le autorità preposte si chiedessero se sia davvero il caso di continuare a tassare soggetti che svolgono un servizio in favore della comunità il più delle volte gratuitamente»: lo dicono dall’ANFFAS di Modica (Ragusa), sottolineando che «in Sicilia sono tenuti al pagamento del bollo auto anche soggetti “risparmiati” in quasi tutte le altre Regioni della Penisola, in ragione della particolare attività svolta, come le ONLUS o le Associazioni non profit in genere»
Furgone della Protezione Civile
In Sicilia anche un’organizzazione come la Protezione Civile – secondo quanto sottolinea l’ANFFAS di Modica – deve pagare il bollo sui propri mezzi

«Il bollo auto – viene sottolineato in una nota dall’ANFFAS di Modica, in provincia di Ragusa (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) – è probabilmente la tassa meno amata dagli italiani. E questo è particolarmente vero in Sicilia, dove sono tenuti al pagamento anche soggetti “risparmiati” in quasi tutte le altre Regioni della Penisola, in ragione della particolare attività svolta. Parliamo delle ONLUS o delle Associazioni non profit in genere. Infatti, pur circolando sul web notizie riguardo un’ipotetica esenzione, finora tutto è rimasto immutato e i cosiddetti  “mezzi solidali” siciliani continuano, di fatto, ad essere tassati nel prestare i loro servizi».

«Questo – proseguono dall’ANFFAS modicana – non riguarda solo Associazioni come la nostra, ma anche, per citare un esempio da manuale, organizzazioni come la Protezione Civile, che svolge a tutti gli effetti un servizio di pubblica utilità. Anche qui, infatti, la risposta non è stata sempre univoca: nel 2016 le organizzazioni di volontariato di protezione civile erano esonerate dal pagamento della tassa di circolazione, quest’anno invece no e non si riesce a capire la “ratio” di questa inversione di rotta che va in una direzione del tutto contraria rispetto a quanto avviene nel resto d’Italia».

«Riteniamo dunque – concludono dall’Associazione siciliana – che forse sarebbe arrivato il momento, per le autorità preposte, di porre una volta per tutte attenzione a questa materia e di mettere fine a questa incertezza, chiedendosi, come ci permettiamo di suggerire, se sia davvero il caso di continuare a tassare soggetti che svolgono un servizio in favore della comunità il più delle volte gratuitamente». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@anffasmodica.it.

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