Come abbiamo riferito in altra parte del giornale, tra gli incontri promossi in questi giorni a Milano dalla LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), all’interno della rassegna Cambiare vita, cambiare sguardi. Racconti sulla disabilità, nell’àmbito della manifestazione BookCity Milano, vi sarà anche quello del pomeriggio di domani, giovedì 14 novembre, all’Università di Milano-Bicocca (Edificio U6, Aula martini, Piazza dell’Ateneo Nuovo, 1i, ore 14.30), dedicato alla presentazione del nuovo libro di Matteo Schianchi, Il debito simbolico. Una storia sociale della disabilità in Italia tra Otto e Novecento.
Dottore di ricerca in Storia Sociale della Disabilità all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi e assegnista di ricerca al Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “R. Massa” dell’Università di Milano-Bicocca, Schianchi è già stato autore dei libri La terza nazione del mondo. I disabili tra pregiudizio e realtà (Feltrinelli, 2009) e Storia della disabilità. Dal castigo degli dèi alla crisi del welfare (Carocci 2012, 8 ristampe), ampiamente presentati anche sulle nostre pagine (a questo e a questo link).
Sul Debito simbolico ne abbiamo già pubblicato un’ampia intervista (a questo link), di cui possiamo sintetizzare così i contenuti: «La disabilità riguarda il corpo, per questo ci pone da sempre quesiti decisivi. Lo statuto di inferiorità assegnato agli individui con tale caratteristica è la risposta. Le biografie di un eroe del Risorgimento, di un letterato e di ignoti individui, il potere sociale e culturale della religione, i silenzi sugli infortuni nel sistema di fabbrica e le insufficienti forme di riparazione, la costruzione della figura dell’infermo da parte di un quotidiano e della letteratura italiana sono il banco di prova per analizzare i processi sociali e culturali responsabili della “trasformazione della storia in natura” (Pierre Bourdieu). Il debito simbolico è il modo stesso con cui, tutti, pensiamo e consideriamo gli individui dal corpo menomato, è il fardello con cui deve fare i conti il loro percorso sociale. Considerare la lunga eredità che la storia ci ha lasciato è il primo passo per costruire modalità capaci di arginare processi di inferiorizzazione, ritenuti “naturali”. In alternativa, non si può che assistere, e contribuire, al perpetuarsi di rapporti che, per quanto misconosciuti, restano di forza e di dominio»,
Moderati da Giovanni Merlo, direttore della LEDHA, interverranno all’incontro di domani, insieme a Schianchi, Roberta Garbo, docente dell’Università Milano-Bicocca, Giovanni Fosti, presidente della Fondazione Cariplo e Pietro Barbieri, componente del CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo), già presidente nazionale della FISH. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.