È venuto a mancare all’affetto di tutti i ciechi modenesi (e non solo modenesi) Giovanni Piani, un uomo, un non vedente, che ha fatto moltissimo per tanti ciechi come lui.
Giovanni era nato a Pavullo nel Frignano, un Comune dell’Appennino modenese, nel 1928. All’età di 12 anni aveva perso la vista a causa di un incidente sul lavoro (a quei tempi si lavorava già da bambini). Entrato nell’Istituto per Ciechi di Reggio Emilia, si abituò rapidamente alla nuova condizione, cercando con forza di darsi un’istruzione e una professionalità, che gli consentì di assicurarsi un impiego alla Cassa di Risparmio di Modena come centralinista, ma, soprattutto, di integrarsi in quella nuova realtà dei non vedenti, cercando il modo di aiutare i tanti che si trovavano nelle sue medesime condizioni. Un impegno, questo, che lo ha portato alla Presidenza della Sezione Provinciale dell’Unione Italiana Ciechi, avviando al lavoro moltissimi ciechi modenesi.
Ma Giovanni Piani, oltre al suo entusiasmo, aveva anche una lungimiranza innata, la capacità di cogliere il futuro con il suo progresso tecnologico e non perdeva occasione per entrarvi con curiosità, per valutare se vi fossero opportunità per nuovi impieghi lavorativi o qualsiasi cosa che potesse tornare utile a facilitare la vita dei non vedenti.
Infatti, l’UICI di Modena – di cui è stato Presidente per diversi decenni – sotto la sua guida e grazie alla sua incessante attività e intuizione, sin dall’inizio dell’era informatica si dotò dei primi computer, organizzando i primi corsi di informatica di base e cominciando anche a stampare libri in Braille, tutto ciò senza dimenticare i momenti di svago.
Proprio la nostra Associazione, infatti, fu tra i principali sostenitori economici della costruzione del Centro le Torri a Tirrenia, località marina in Toscana, un albergo costruito e gestito su misura per i non vedenti di tutta Italia.
Piani era anche un uomo ricco di umanità e di ironia, e a chiunque gli si presentasse per la prima volta con problemi di vista, aveva sempre la parola giusta per confortare, il motto di spirito per sdrammatizzare, il consiglio buono per aiutare ad affrontare la vita senza timori, in modo nuovo, con strumenti diversi, e soprattutto garantendogli tutto il suo impegno per trovargli una nuova occupazione.
Nessuno doveva rimanere indietro e tutti dovevano potersi mantenere e mantenere la loro famiglia con dignità e soddisfazione.
Molti cittadini modenesi, hanno imparato a conoscerlo e a stimarlo, senza fargli mancare mai l’affetto, testimoniato anche da grandi e piccoli contributi per la Sezione UICI, ed è anche grazie a questi che l’Associazione ha raggiunto traguardi inimmaginabili, rari in altre realtà italiane.
La nostra città e i ciechi modenesi hanno perso con Giovanni Piani una grande Persona, che ha lasciato a Modena e ai non vedenti un patrimonio umano e una struttura organizzata di servizi di cui gli saremo per sempre grati.
Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Articoli Correlati
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…
- Per un nostro dibattito scientifico «Urge la nostra fondamentale presenza in qualità di studiosi - scrive Claudio Roberti - perché dobbiamo poter dire: “Niente su di Noi senza di Noi", anche in tale ambito». E…