Oggi, 21 novembre, è la Giornata contro le Ulcere da Pressione (Stop Pressure Ulcers Day), promossa a livello internazionale dall’EPUAP (European Pressure Ulcer Advisory Panel) e giunta alla sua diciottesima edizione.
A tale iniziativa aderisce attivamente anche l’Istituto Riabilitativo Montecatone di Imola (Bologna), il noto centro specializzato per la riabilitazione delle persone con lesione midollare e/o con grave cerebrolesione acquisita, che sul tema promuoverà nel pomeriggio di oggi uno specifico incontro di sensibilizzazione e informazione, tenuto dai professionisti del proprio Ambulatorio Wound Care (medici, infermieri, fisioterapisti) e rivolto a tutti coloro che hanno una mobilità assente o gravemente ridotta.
Tra i fattori di rischio più comuni delle lesioni da pressione ci sono infatti sia l’età avanzata, quando la pelle diventa più fragile, ma anche patologie come il diabete e l’insensibilità indotta da terapie farmacologiche o disordini neurologici.
I vari esperti, dunque, ognuno per il proprio settore, si soffermeranno sulle possibilità terapeutiche e preventive nel campo della riparazione tessutale, consegnando inoltre gli opuscoli Guida per la prevenzione e gestione delle lesioni da pressione e Come gestire la cute a domicilio realizzate sempre a Montecatone.
In tale àmbito, del resto, la struttura imolese costituisce senz’altro un punto di riferimento nazionale, avendo avviato già dal 2012 una specifica task force multidisciplinare – il citato Ambulatorio Wound Care – con il compito appunto di gestire le lesioni da pressione nelle persone mielolese.
«Le lesioni da decubito – premettono innanzitutto da Montecatone – costituiscono, nei pazienti sottoposti a lunghi periodi di degenza, un problema aggiuntivo al trauma di un prolungato ricovero o di percorsi terapeutici talvolta impegnativi. Una fattispecie che assume le sembianze di emergenza sociale quando riguarda la sfera delle persone con mielolesione o cerebrolesione che, a causa della scarsa mobilità, sono maggiormente a rischio di lesioni da pressione. In àmbito riabilitativo, dunque, l’ulcera da decubito può diventare un importante ostacolo e, a domicilio, una limitazione alle attività quotidiane e al grado di autosufficienza. Essa costituisce inoltre un grande onere sociale in termini di dispendio per le medicazioni e per l’assistenza domiciliare. Le ulcere trascurate, per altro, non coinvolgono solo la cute, ma anche i tessuti sottostanti, fino a raggiungere il piano osseo e alcune volte gli apparati gastrointestinale e urinario, determinando quindi importanti infezioni potenzialmente pericolose per la vita stessa del paziente».
Per affrontare, come detto, tali problematiche, è nato a Montecatone ormai da sette anni un gruppo di lavoro multidisciplinare che ha finora trattato chirurgicamente circa 400 pazienti, il 66% dei quali provenienti da altre Regioni, per un totale di circa 500 lesioni da decubito.
Ebbene, la completa guarigione è avvenuta nel 96% dei casi con un tasso di recidiva del 7,4%, performance, queste, attribuibili da una parte alla gestione preoperatoria e postoperatoria dei pazienti stessi, seguiti da ricoverati fino a quando non possono stare seduti sulla zona operata per almeno quattro ore al giorno senza complicanze, dall’altra all’istituzione di un ambulatorio di follow-up che permette di seguire i pazienti fino a un anno dalla dimissione, gestendo quindi tempestivamente eventuali complicanze.
«Il nostro team multidisciplinare – spiega Luca Negosanti, chirurgo plastico e ricostruttivo -, che comprende infermieri specializzati in vulnologia, medici vulnologi, chirurghi plastici, infettivologi e a volte chirurghi generali, ortopedici e urologi, è coinvolto nella gestione dell’ambulatorio dedicato a visite di primo e secondo livello, al reparto di degenza dedicato alla gestione dei pazienti operati e alla gestione di pazienti per cui è indicato un trattamento conservativo, oltreché al day hospital vulnologico, per la prosecuzione del follow-up dei pazienti e per la pianificazione di indagini diagnostiche».
«Oltre alle degenze chirurgiche – aggiunge – sono stati trattati pazienti per ricoveri dedicati alla valutazione delle lesioni e alla loro gestione conservativa, portandole quindi a guarigione oppure preparandole al meglio per un successivo ricovero per intervento chirurgico. La collaborazione con gli ortopedici, i chirurghi generali e gli urologi dell’Ospedale di Imola rende possibile, infine, il trattamento di casi complicati da osteomieliti o dall’interessamento degli apparati gastroenterico e urinario». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa Montecatone (Vito Colamarino), vito.colamarino@montecatone.com.
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