«Il Manifesto è un documento di straordinario valore che definisce il modello per la resa accessibile cinematografica elaborato da +Cultura Accessibile-Cinemanchìo, condiviso dalle principali sigle del mondo della disabilità e della cinematografia italiana. Si tratta di una tappa fondamentale per diffondere una nuova coscienza e un approccio innovativo nelle buone pratiche per l’inclusione culturale, dal momento che la fruizione in autonomia del patrimonio culturale italiano dev’essere un caposaldo degli indirizzi culturali nel nostro Paese. In tal senso, il citato modello di + Cultura Accessibile-Cinemanchìo costituisce, per l’esperienza cinematografica e non solo, un concreto riferimento per i futuri passi avanti nel campo dell’inclusione culturale. Dopo anni di confronti, approfondimenti e soprattutto di ascolto di ciò che proviene da centinaia di migliaia di famiglie in tutta Italia, si è dunque giunti a un primo punto di arrivo ricco di significati. La resa accessibile è una battaglia per far crescere il Paese. Per tutti, nessuno escluso».
Erano stati questi, in sintesi, i concetti espressi poco tempo fa su queste stesse pagine da Stefano Pierpaoli, coordinatore nazionale del progetto Cinemanchìo, a proposito del Manifesto per l’accessibilità e la fruizione in autonomia del patrimonio culturale cinematografico (disponibile integralmente a questo link).
La presentazione ufficiale del Manifesto è ora in programma per la mattinata di domani, 26 novembre, a Torino, nell’àmbito del Torino Film Festival, durante un incontro in programma presso la Mole Antonelliana (Piazza TFF, Via Montebello, 20, ore 10.30), che sarà aperto dal citato Stefano Pierpaoli, insieme a Daniela Trunfio, presidente di +Cultura Accessibile.
Vi interverranno Mario Turetta, direttore generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo; Luigi Lonigro, presidente dei distributori ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive); Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti); Giuseppe Petrucci, presidente nazionale dell’ENS (Ente Nazionale Sordi); Benedetta Demartis, presidente nazionale dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici); Giancarlo D’Errico, presidente dell’ANFFAS di Torino (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) (ANGSA e ANFFAS aderiscono alla FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap); Enrico Dolza, direttore dell’Istituto dei Sordi di Torino.
In parallelo, e nello stesso àmbito, segnaliamo la nuova edizione di un’iniziativa realmente meritoria – di cui anche il nostro giornale si è finora occupato con regolarità – vale a dire il quinto corso formativo Cinema accessibile. Sottotitolazione per non udenti e Audiodescrizione, rivolto a studenti laureandi o a laureati che vogliano cimentarsi nel campo dell’accessibilità, aumentando le proprie competenze in campo cinematografico, oltreché andando a disporre di uno sbocco professionale anche a livello internazionale.
A fianco di + Cultura Accessibile, e delle varie componenti che hanno dato vita al progetto Cinemanchìo, collaborano all’organizzazione Film Commission Torino Piemonte, il Museo Nazionale del Cinema e le Università di Parma e Torino.
L’avvio è previsto per il mese di gennaio del nuovo anno e le iscrizioni sono aperte fino al 30 dicembre.
«Coordinato anche quest’anno da María Valero Gisbert dell’Università di Parma, il corso – spiegano i promotori – il corso dà la possibilità a tutti coloro che vogliono approcciare il mondo della resa accessibile alla cultura e in special modo al cinema, di aumentare le proprie conoscenze nel campo cinematografico, e di esplorare un nuovo settore professionale attraverso insegnamenti teorici mirati al montaggio e alla semiologia del cinema e pratici sulla sottotitolazione semplificata per i sordi e l’audiodescrizione per i ciechi. Gli sbocchi professionali sono aperti grazie alla nuova Legge 220/16 sul cinema, che prevede la produzione della resa accessibile per tutti coloro che accedono ai contributi ministeriali legati alla produzione audiovisiva. E poi ci sono piattaforme digitali come Netflix, che oltre alla sottotitolazione interlinguistica si aprono al mondo dell’audiodescrizione, senza trascurare il mercato aperto della RAI che ha aumentato le ore di diffusione di programmi accessibili. Si tratta quindi di un settore aperto e in crescita».
Particolare non trascurabile, il corso può essere svolto da remoto e con un orario assolutamente flessibile. Inoltre, a garanzia di qualità, oltre al livello dei docenti, vi sono le convenzioni strette con le Università di Torino e di Parma.
«È opportuno a questo punto ricordare – aggiungono da +Cultura Accessibile – che la resa accessibile è prevista dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, la Legge 18/09 del nostro Paese, che “riconosce il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di eguaglianza con gli altri alla vita culturale e invita a prendere tutte le misure appropriate per assicurare che le persone con disabilità godano dell’accesso a programmi televisivi, film, teatro e altre attività culturali, in forme accessibili” (articolo 30). La resa accessibile, infatti, garantisce la piena fruizione da parte di un pubblico estremamente vasto e diversificato; permette di dare continuità di “abitudini culturali” alle persone che con l’avanzare dell’età sono affette da patologie anche non gravi legate all’udito e alla vista; le traduzioni in sottotitoli o voice over [“fuori campo”, N.d.R.] rendono l’audiovisivo accessibile per chi parla lingue diverse da quella dell’originale e gli permettono di spingersi ben oltre i confini di una nazione; l’audiodescrizione è a supporto di non vedenti e ipovedenti; i sottotitoli intralinguistici, infine, si rivolgono a non udenti, ipoudenti, immigrati con difficoltà di comprensione della lingua parlata nel film e scritta nei sottotitoli, giovane pubblico, persone con disabilità cognitiva ecc.».
Insieme alla citata María Valero Gisbert, professoressa all’Università di Parma nel Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere, che è anche curatrice del corso, gli altri docenti saranno Vera Arma, esperta di audiodescrizione, respeaking, sottotitolazione interlinguistica, LIS e sottotitolazione per non udenti, fondatrice e presidente dell’Associazione CulturAbile e della Società Artis-Project, nonché responsabile del settore Accessibilità dell’UMA (Universal Multimedia Access) e di MovieReading; Denis Brotto, che Insegna Iconologia del Cinema all’Università di Padova, ove coordina il Laboratorio di Cinema Digitale; Carlo Eugeni, traduttore, interprete, sottotitolatore, respeaker e formatore di sottotitolatori e respeaker sia per il mercato libero che per quello delle televisioni in lingua italiana; Sara Martin, ricercatrice all’Università di Parma, titolare del Corso di Storia e Critica del Cinema e di Storia della Televisione e dei Nuovi Media. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@cinemanchio.it.
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