Questa volta l’esclusione riguarda la recita natalizia!

A fronte di tante scuole che nonostante tutto si impegnano quotidianamente a garantire l’inclusione di bambini e bambine con disabilità, corre purtroppo l’obbligo di segnalare una nuova storia di esclusione riguardante un bimbo con disabilità, centrata questa volta su un tradizionale momento legato alle feste natalizie, quale la recita scolastica. La vicenda, sulla quale cercherà di far luce l’Ufficio Scolastico Regionale della Campania, è accaduta in una scuola privata di Afragola (Napoli) e a condannarla vi è anche il Garante dei Diritti delle Persone con Disabilità della Regione

Particolare di madre con un bambino fotografati di spalle

La mamma del bimbo coinvolto nella vicenda di Afragola (Napoli) ha dichiarato che lo iscriverà ad un’altra scuola

A fronte di tante scuole che nonostante tutto si impegnano quotidianamente a garantire l’inclusione di bambini e bambine con disabilità, corre purtroppo l’obbligo di segnalare una nuova storia di esclusione, anche in questi giorni che precedono il periodo delle feste natalizie. E al centro della vicenda vi è proprio un tradizionale momento legato al Natale, quale la recita scolastica.

«Con quella scuola non vogliamo avere più niente a che fare, non la voglio più vedere»: così ha dichiarato all’Agenzia Adnkronos la madre di un bimbo «affetto – secondo la stessa fonte – da iperattività regressa con ritardo cognitivo e sospetto autismo», accusando la scuola privata di Afragola (Napoli), frequentata dal bimbo stesso, di averlo escluso dalla recita natalizia, una scoperta, questa, fatta solo tramite il gruppo Whatsapp delle madri dei compagni di classe.

«Per i genitori di Andrea – si legge ancora nella nota dell’Adnkronos – quella della mancata partecipazione alla recita di Natale è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: “Da gennaio in poi – spiega la mamma – in più occasioni siamo rimasti molto scontenti di come si sono comportati con il bimbo. Una volta l’abbiamo trovato sporco e la maestra ci ha spiegato di avere finito i fazzoletti per pulirlo, in un altro caso abbiamo notato dei graffietti e morsetti sulla pelle. Quella volta la maestra ci disse che nostro figlio era diventato autolesionista, con nostro grandissimo spavento. È bastato andare dal medico perché quest’ultimo ci confermasse che non si era procurato quei graffietti da solo”».

Per cercare di far luce sulla vicenda, a partire dalle eventuali responsabilità della scuola, sarebbero già al lavoro, a quanto pare, gli ispettori dell’Ufficio Scolastico Regionale della Campania.
Dal canto suo, Paolo Colombo, avvocato e persona non vedente, divenuto poco tempo fa il Garante per i Diritti delle Persone con Disabilità della Regione Campania, ha espresso «una forte condanna nei confronti della scuola al centro della vicenda», ricordando inoltre in una nota «che l’inclusione scolastica dei bambini con disabilità è condizione per l’ottenimento e il mantenimento del riconoscimento dell’operatività delle scuole private» e aggiungendo che «proprio dalla scuola deve partire una corretta e piena inclusione sociale». Parole del tutto condivisibili. (S.B.)

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