I nuovi esami di maturità tra luci e ombre

Vengono in generale ritenute positive le modifiche recentemente apportate agli esami di maturità, ma ci sono anche alcune richieste delle Associazioni di persone con disabilità - riguardanti in particolare le prove INVALSI e gli strumenti compensativi per i BES (Bisogni Educativi Speciali) - che non sono state prese in considerazione. Ci si augura quindi che ulteriori cambiamenti possano essere introdotti con l’annuale Ordinanza Ministeriale sugli esami che verrà prossimamente emanata

Studenti in classe, fotografati di spalleTramite la Circolare n. 2097 del 25 novembre scorso, il Ministero dell’Istruzione ha apportato alcune sostanziali modifiche alla precedente e pur recente normativa sugli esami di maturità, reintroducendo innanzitutto l’obbligo dei candidati di svolgere prima degli esami le cosiddette “discipline trasversali”, quali l’alternanza scuola-lavoro nella loro totalità oraria, e anche le prove INVALSI, che tornano dunque ad essere requisiti necessari di ammissione agli esami.
Torna inoltre ad essere obbligatoria la predisposizione da parte del Ministero della traccia sull’elaborato di storia e viene infine eliminata la procedura introdotta nel 2018 sulla scelta della busta per iniziare il colloquio orale, novità che aveva provocato molti problemi, specie agli alunni con disabilità, per i quali era stata adottata la soluzione di escludere per i loro colloqui l’obbligo delle buste. Una soluzione, questa, ritenuta da taluni discriminatoria rispetto ai compagni senza disabilità.

«Anticipando l’annuale Ordinanza sugli esami di maturità, che verrà emanata in seguito, queste modifiche – commenta Salvatore Nocera, presidente nazionale del Comitato dei Garanti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e responsabile per l’Area Normativo-Giuridica dell’Osservatorio sull’Integrazione Scolastica dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) – sono state accolte generalmente in modo positivo. Va detto tuttavia che come Associazioni di persone con disabilità ci auguravamo che tra i cambiamenti comparisse anche quello, assai richiesto, relativo al diritto degli alunni qualificati “con ulteriori BES” [Bisogni Educativi Speciali, N.d.R.] a fruire durante gli esami degli strumenti compensativi di cui si erano avvalsi sino a quando una “strana” Circolare Ministeriale le aveva vietate. A seguito poi delle giustificate lagnanze da parte delle Associazioni, il Capodipartimento del Ministero aveva immediatamente assicurato, con un’apposita Circolare, che si sarebbe immediatamente provveduto. E invece è sopravvenuta un’altra “strana” Circolare della Direzione Generale per gli Ordinamenti, con la quale si è rimessa alle Commissioni di Esame la decisione sulla concessione di tale diritto, e per giunta limitata ai soli alunni “con certificazione di BES”, terminologia del tutto innovativa, inesistente nella normativa e nel concetto pedagogico di “ulteriori BES”, cioè di svantaggio, di disagio socioculturale e di studenti stranieri, tutte persone che non hanno proprio nulla da farsi certificare a livello sanitario».

«Inoltre – sottolinea ancora Nocera – ci si aspettava che rispetto alle prove INVALSI si introducesse – come già previsto dall’articolo 11 del Decreto Legislativo 62/17 in relazione agli esami conclusivi del Primo Ciclo degli alunni con disabilità gravi -, che anche per gli esami di maturità degli alunni con PEI differenziato fosse il Consiglio di Classe a decidere se fare svolgere tali prove oppure adattarle o addirittura dispensare gli alunni dalle stesse. Ebbene, pur essendo stata fortemente richiesta da tempo, nemmeno questa modifica è presente nella Circolare di cui si parla. Ci si augura pertanto che il livello politico e amministrativo del Ministero voglia prendere in considerazione queste richieste e introdurre le conseguenti modifiche nella Circolare annuale sugli esami di prossima emanazione». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: scuola@aipd.it.

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