Vogliamo circolare liberamente e in sicurezza nelle nostre città

di Vincenzo Falabella*
«Il diritto all’inclusione e alla vita indipendente - scrive Vincenzo Falabella, riflettendo sulla tragica morte di un giovane con disabilità a Firenze, deceduto in seguito a una caduta nel centro storico della città - transita attraverso molti requisiti fra loro intrecciati. Uno di questi è poter circolare liberamente e in sicurezza, senza timore per la propria incolumità, nelle nostre città, nei luoghi delle nostre collettività»

Ombra sull'asfaltoNei giorni scorsi Niccolò Bizzarri, 21 anni, persona con disabilità, è morto in seguito a una caduta in carrozzina, complice una buca, nella centrale Piazza Brunelleschi di Firenze, dove frequentava la Facoltà di Lettere all’Università [se ne legga anche in altra parte del nostro giornale, N.d.R.].
Nell’esprimere la nostra vicinanza alla famiglia, vogliamo manifestare la nostra preoccupazione per le condizioni di vita di tante persone con disabilità.

Il diritto all’inclusione e alla vita indipendente transita attraverso molti requisti fra loro intrecciati. Uno di questi è poter circolare liberamente e in sicurezza, senza timore per la propria incolumità, nelle nostre città, nei luoghi delle nostre collettività. Al contrario, troppo spesso le nostre città non solo sono percorsi ad ostacoli, spesso punteggiati da barriere e impedimenti, ma diventano anche occasioni di maggior pericolo per i pedoni più fragili, per gli anziani, per le persone con disabilità.

Gli interventi di manutenzione e di recupero non vanno ricondotti solo alle grandi opere, alle infrastrutture imponenti, ma anche a tutti i percorsi che abbiamo attorno a casa, che ci sono più familiari, che sono alla base delle nostre relazioni umane, di studio, di lavoro, di salute, di tempo libero.
Sono interventi di civiltà, che prevengono drammi come quello di Firenze e che sono occasione di inclusione.

Presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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