L’ANFFAS impegnata in tutta Italia per il Giorno della Memoria

«Manifestazioni, mostre, cortometraggi, testimonianze e tanto altro, per far conoscere le atrocità subite da esseri umani la cui unica “colpa” era quella di avere una disabilità o una malattia e di non essere per questo considerate come degne di vivere: una follia che va conosciuta per evitare che si possa ripetere»: così l’Associazione ANFFAS presenta le varie iniziative organizzate in questi giorni da altrettante proprie componenti, in occasione del Giorno della Memoria di oggi, 27 gennaio, che ricorda anche le centinaia di migliaia di persone con disabilità eliminate durante il nazismo
Emmi G., vittima dell'"Aktion T4"
Emmi G., di soli 16 anni, fu una delle centinaia di migliaia di vittime con disabilità durante il nazismo. Giudicata “schizofrenica”, venne sterilizzata e successivamente inviata a Meseritz-Obrawalde, dove venne uccisa il 7 dicembre 1942 con un’overdose di tranquillanti

“Vite non degne di essere vissute”, “inquinatori della razza”, “costo economico inutile” per le casse dello Stato tedesco alle prese con gli ingenti costi della guerra: come abbiamo avuto modo di riferire in varie occasioni sulle nostre pagine, e anche in questi giorni, venivano classificate così le centinaia di migliaia di persone con disabilità intellettive, fisiche, psichiche, con malattie genetiche, con malformazioni ecc. che furono vittime della follia nazista denominata Aktion T4, programma di eugenetica con il quale si passò dalla sterilizzazione forzata all’uccisione di tantissime persone con disabilità, sotto decisione e supervisione medica, senza nemmeno risparmiare i bambini che venivano strappati dalle famiglie con il pretesto di essere portati in istituti adatti a prendersi cura di loro e dove invece venivano barbaramente eliminati.
«Fu una selezione spietata – si legge in una nota diffusa dall’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) in occasione del Giorno della Memoria di oggi, 27 gennaio – che fece della vita delle persone con disabilità “carne da macello”, senza alcuna pietà o rimorso, il tutto fomentato da una grande attività di propaganda che cercava di far passare tutte queste atrocità come qualcosa che avrebbe migliorato la vita della restante popolazione tedesca, in un’ottica di “perfezione assoluta” e di eliminazione di coloro che venivano considerati come “errori della specie”».

«Si tratta di una visione – proseguono dall’ANFFAS – che purtroppo ancora oggi nella nostra società, anche se in modo molto più “subdolo e nascosto”, non è del tutto sconfitta. Infatti, le persone con disabilità ancora oggi vivono in una società dove sono presenti discriminazioni, soprusi, diritti negati, barriere di ogni sorta e non di rado si assiste e veri e propri episodi che testimoniano di come vi siano concreti rischi che si assista ad una vera e propria regressione».

Per ricordare, dunque, tutto quello che è accaduto, per fare in modo che non accada mai più, per dare memoria a quanti hanno sofferto, l’ANFFAS tutta si è unita anche quest’anno alle celebrazioni per il Giorno della Memoria con numerosi eventi su tutto il territorio, da Nord a Sud Italia, per dire «Mai più!». A tal proposito si sono già tenute in queste settimane e si susseguiranno iniziative, manifestazioni, mostre, proiezioni di cortometraggi, testimonianze, e tanto altro, «con l’obiettivo – come spiegano dall’Associazione – di far conoscere le atrocità subite da esseri umani che avevano come unica “colpa” quella di avere una disabilità o una malattia e di non essere per questo considerate come degne di vivere: una follia che va conosciuta per evitare che si possa ripetere». (S.B.)

A questo link è disponibile un elenco di numerose iniziative promosse in occasione del Giorno della Memoria dalle varie componenti dell’ANFFAS (in altra parte del nostro giornale abbiamo già ampiamente riferito della mostra e della tavola rotonda promosse a Induno Olona dall’ANFFAS di Varese). Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net.

Superando e lo sterminio delle persone con disabilità
Accedendo all’ampia ricognizione storica intitolata Quel primo Olocausto, curata per il nostro giornale da Stefania Delendati, si può anche consultare (nella colonnina a destra del testo) il cospicuo elenco di testi da noi presentati in questi anni sullo sterminio delle persone con disabilità da parte del regime nazista.

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