«Fra le atrocità che il Giorno della Memoria di oggi, 27 gennaio, ci costringe a ricordare – si legge in una nota diffusa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – c’è anche il programma Aktion T4, diventato tristemente noto come l’“Olocausto delle persone con disabilità”. Le vittime di quel programma furono decine di migliaia: fin dal 1933 furono forzatamente sterilizzate e dal 1940 uccise nelle prime camere a gas appositamente installate negli istituti psichiatrici del Terzo Reich. Una storia di orrore tra gli orrori che non può più essere de-rubricata in una narrazione indistinta, che merita una sua propria collocazione per poter colmare il vuoto di studi accademici che in passato l’hanno caratterizzata e di cui ancora oggi subiamo gli esiti. Milioni di persone assassinate nei lager nazisti, ritenute “vite non degne di essere vissute”, pesi per la società, esseri da sopprimere».
«Anche per questo – sottolineano dalla Federazione – ci uniamo a chiunque si rifiuti di dimenticare quel crimine contro l’umanità frutto della depravazione e di una visione eugenetica nata prima del nazismo e ad esso sopravvissuta anche fuori dai confini tedeschi ed europei. Ci uniamo a chiunque voglia ricordare e su quel ricordo basare una convivenza moderna, inclusiva, che rigetti ogni segregazione, che valorizzi le diversità, che renda possibile la vita indipendente e l’autodeterminazione. È un cambio di prospettiva che riguarda tutti, non solo i decisori politici, ma su cui non mancano preoccupazioni per segnali tutt’altro che positivi».
«Oggi – commenta Vincenzo Falabella, presidente della FISH – è il Giorno della Memoria e noi continuiamo a ritenere che possa essere un’occasione di consapevolezza. Ci vogliamo credere nonostante non passi settimana senza che si raccolgano espressioni, linguaggi, parole di odio, di derisione, di disprezzo per la disabilità che rappresentano un segnale tutt’altro che positivo. E questo anche perché quelle parole troppo spesso sono proferite da personaggi noti, in occasioni pubbliche, nello spettacolo, nei talk-show, nelle manifestazioni politiche. Non possiamo tacere, né voltarci dall’altra parte. Non possiamo farlo né guardando il passato, né traguardando il futuro. Un futuro che – come tutti – vogliamo di inclusione, rispetto e libertà». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.
Superando e lo sterminio delle persone con disabilità
Accedendo all’ampia ricognizione storica intitolata Quel primo Olocausto, curata per il nostro giornale da Stefania Delendati, si può anche consultare (nella colonnina a destra del testo) il cospicuo elenco di testi da noi presentati in questi anni sullo sterminio delle persone con disabilità da parte del regime nazista.