«Concordiamo sul fatto che Monza meriti una programmazione culturale di valore, ma è inconcepibile che ciò possa avvenire senza che l’Amministrazione Comunale si preoccupi di considerare come il “bello e la cultura” siano un diritto per tutte le persone e da tutte fruibili»: lo si legge nella lettera inviata dalla LEDHA Monza e Brianza – delegazione locale della Federazione LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – all’assessore alla Cultura del Comune di Monza Massimiliano Longo.
Tale lettera fa riferimento alla mostra Leggere, inaugurata il 17 gennaio scorso all’Arengario di Monza, che raccoglie gli scatti dedicati alla lettura di uno dei fotografi più noti e celebrati a livello internazionale, l’americano Steve McCurry.
Un’esposizione decisamente prestigiosa, quindi, ma inaccessibile alle persone con disabilità motoria, dal momento che l’edificio ospitante non è dotato né di ascensori, né di montascale.
Interpellato sulla questione dai quotidiani locali, l’assessore Longo aveva dichiarato che «la Sovrintendenza non ha mai approvato modifiche all’edificio, né ha mai accettato l’installazione di un ascensore».
Da qui, dunque, l’intervento critico delle LEDHA Monza e Brianza, nei confronti della decisione dell’Assessore di allestire la mostra in un sito notoriamente inaccessibile e non in altri spazi che avrebbero permesso a tutti i cittadini e visitatori di accedere senza problemi.
«Noi continuiamo ad essere fermamente convinti – conclude la lettera della Federazione – che la vita della città, in ogni suo aspetto, a maggior ragione quindi per quanto riguarda la programmazione della vita culturale, debba tendere a realizzare eventi che sappiano convogliare più visitatori possibili, ma che siano rispettosi del diritto di tutti a poterne fruire». (S.B.)
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