«Caro Presidente della Regione Lombardia Dott. Attilio Fontana, sono fiera di essere disabile!»: incomincia così il testo con cui Chiara Bisignani ha lanciato nella piattaforma Change (a questo link) la petizione intitolata Il mio voto vale!, rivolgendosi al Presidente della Regione Lombardia, in riferimento alle parole pronunciate da quest’ultimo dopo le Elezioni Regionali del 26 gennaio in Emilia Romagna. Come riportato infatti da numerosi organi d’informazione, Fontana aveva dichiarato che «era stata fatta una mobilitazione degna dei tempi andati, si è vista in tv gente di più di 100 anni portata ai seggi, disabili accompagnati con i pulmini, una mobilitazione per salvare quel che resta di un’idea che ormai è svanita».
«Le ricordo – ha scritto tra l’altro Bisignani – che le persone con disabilità che lavorano e non, come i cittadini non disabili italiani, le permettono di prendere uno stipendio che le viene pagato con le tasse di tutti, senza alcuna distinzione. Mi dolgo che ancora nel 2020 si faccia discriminazione sulla disabilità. Le ricordo poi che un giorno potrebbe anche lei far parte della categoria dei disabili, che impropriamente ha citato con accezione negativa (anche se la frase e il concetto fosse stato manipolato dai giornalisti, non avrebbe dovuto citare o usare parole discriminanti). Anche lei diventerà prima o poi anziano, avere bisogno di aiuto, ma qualcuno la potrebbe definire in modo sprezzante “disabile”».
«Mi piacerebbe – continua Bisignani – farle vivere in prima persona cosa significa essere disabile e affrontare le difficoltà quotidiane. La vita è maggiormente complessa per chi ha una disabilità temporanea o meno, bisognerebbe avere più rispetto di queste donne, uomini e tutto quello che circonda questo mondo (caregiver inclusi). Arrivare a discriminare per propaganda elettorale delle persone che per altro hanno esercitato il proprio diritto di voto è un mezzo alquanto becero e non rispettoso delle persone con disabilità. Il rispetto per il prossimo è una delle basi dell’intelligenza e dell’empatia di una persona».
«Spero – conclude – di non venire mai più discriminata da un rappresentante dello Stato Italiano. Perché le ricordo che lei, nella posizione in cui si trova, attualmente rappresenta lo Stato e i cittadini». (S.B.)