Il Quarto Rapporto sulla Disabilità in Toscana

È stato presentato nei giorni scorsi il Quarto Rapporto sulla Disabilità in Toscana 2019-2020, redatto a cura dell’Osservatorio Sociale Regionale, che in premessa ricorda come le diverse certificazioni utilizzate per identificare le persone con disabilità non consentano nemmeno questa volta tuttora una quantificazione oggettiva della popolazione regionale con disabilità. Rispetto poi ai vari settori trattati, la situazione appare abbastanza positiva per quanto riguarda la scuola, decisamente negativa sul fronte del lavoro

Mappa della Toscana al centro dei vari loghi delle disabilitàÈ stato pubblicato nei giorni scorsi il Quarto Rapporto sulla Disabilità in Toscana 2019-2020, redatto a cura dell’Osservatorio Sociale Regionale.
Come già negli analoghi documenti precedenti, è stato messo in evidenza come le diverse certificazioni utilizzate per identificare le persone con disabilità, basandosi su criteri diversi e svolgendo funzioni differenziate, non consentano una quantificazione oggettiva della popolazione con disabilità della Regione Toscana. Infatti, le informazioni contenute nei diversi database dei principali istituti di riferimento (ISTAT, INAIL e INPS) restituiscono «un quadro disomogeneo e necessariamente incompleto della disabilità a causa della metodologia utilizzata per effettuare la rilevazione, con il risultato di produrre alcune stime di difficile confronto, ma lo stesso non in grado di ricostruire il quadro d’insieme», come si legge nel Rapporto.
L’ISTAT, ad esempio, stima in circa 240.000 i soggetti con disabilità che vivono nella Regione. L’INAIL, che circoscrive la propria rilevazione ai soli titolari di rendite conseguenti a un infortunio sul lavoro o a una malattia professionale, parla di 60.000 unità in Toscana (con una netta prevalenza maschile, correlata a una specificità generale del mondo del lavoro, e ancor di più dei settori dove si verificano più incidenti). Ancora diverse le stime dell’INPS, che quantifica in circa 250.000 i percettori di pensioni per le persone con disabilità della regione.
A queste fonti, l’Osservatorio Sociale Regionale ha integrato una rilevazione curata direttamente a livello zonale, relativa ai soggetti in possesso delle diverse certificazioni (handicap e invalidità), e pur evidenziano come nemmeno tale rilevazione sia esente da criticità, prova a fornire diversi dati interessanti. Vediamone alcuni.

Nel periodo 2017-2018 sono state 24.671 le persone con disabilità in carico ai Servizi Sociali professionali. In àmbito educativo, nel 2018 hanno ricevuto un sostegno socioeducativo scolastico 5.470 persone, mentre sono 814 quelle che hanno usufruito del trasporto scolastico. E ancora, gli interventi di sostegno all’inserimento lavorativo si attestano attorno alle 3.000 unità.
Sempre nel 2018, la distribuzione delle persone con disabilità di età compresa tra zero e 64 anni che hanno usufruito dei differenti servizi/interventi di assistenza è la seguente: 2.125 unità hanno ricevuto servizi di assistenza domiciliare socio-assistenziale; 1.046 servizi di assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari; 1.474 unità sono state inserite in strutture residenziali, 2.733 in strutture semiresidenziali; infine 3.207 hanno usufruito del trasporto sociale.

In merito alle esenzioni per farmaci o prestazioni a causa di patologie, al 30 settembre 2019, risultavano essere 60.431 le persone di età compresa tra zero e 64 anni con un’invalidità tale da aver diritto all’esenzione totale (una percentuale pari al 2,17% della popolazione residente).

Un capitolo del Rapporto è dedicato poi al tema dell’inclusione scolastica. Da esso si evince che nell’anno scolastico 2019-2020 gli alunni con disabilità in Toscana sono oltre 16.000, pari al 3,45% del totale della popolazione scolastica; di questi, quelli in situazione di gravità sono quasi 6.500, mentre la dotazione di posti di sostegno raggiunge quasi le 12.000 unità.
Il rapporto tra alunni con disabilità e posti di sostegno medio regionale è di 1 a 4 (la media nazionale è 1 a 7).
Per quel che riguarda infine gli studenti con DSA (disturbi specifici dell’apprendimento), vengono forniti i dati dell’anno scolastico 2017-2018 dai quali risulta che essi sono oltre 19.700 e costituiscono il 4,1% della popolazione scolastica regionale.

Sul fronte del lavoro, al 31 dicembre 2018 gli iscritti alle liste del Collocamento Mirato erano 43.889 (21.486 donne e 22.403 uomini), con una lieve flessione dello 0,4% rispetto al 2017.
Per quanto poi concerne i rapporti di lavoro dei soggetti iscritti al Collocamento Mirato, nel 2018 gli avviamenti sono stati 2.418 e le risoluzioni 980, dati per altro lacunosi, in quanto mancanti della quantificazione di risoluzioni nella Provincia di Siena.
Ora, per quanto nel Rapporto venga specificato che l’iscrizione al Collocamento Mirato può essere funzionale non solo per la ricerca del lavoro, ma anche per la fruizione di altre prestazioni sociali, rimane il dato drammatico che per oltre 41.000 soggetti iscritti al Collocamento Mirato non vi è stato nessun avviamento al lavoro. Anche volendo concedere che qualcuno di loro si sia iscritto perché interessato ad altre prestazioni sociali, è comunque ipotizzabile che la maggior parte di essi – e si parla di decine di migliaia di persone – si sia iscritto per trovare lavoro, se è vero che il Collocamento Mirato è stato istituito principalmente proprio per assolvere a tale funzione.

In merito a quelle che nel rapporto sono denominate come politiche attive a favore delle persone con disabilità, vengono fornite molte informazioni; in questo spazio ne consideriamo solo alcune.
Riguardo al sostegno alla domiciliarità delle persone con disabilità gravi e gravissime, nel 2018 i contributi erogati sono stati circa 2.700. Tra questi: 813 persone con disabilità hanno visto finanziato un progetto di vita indipendente; 248 le persone con SLA (sclerosi laterale amiotrofica) che hanno ricevuto un contributo mensile di 1.650 euro; 1.394 le persone con disabilità gravissima che nel primo semestre del 2019 hanno usufruito di un contributo da 700 a 1.000 euro per sostenere le spese per un assistente personale; circa 200 persone hanno avuto un contributo per l’adattamento domestico; infine, è stato di oltre 3,3 milioni di euro il finanziamento complessivamente assegnato nel 2018 ai Comuni per consentire l’erogazione dei contributi diretti alla realizzazione di opere edilizie e installazione di attrezzature finalizzate al superamento delle barriere architettoniche nelle civili abitazioni delle persone con disabilità.

Un’altra area di grande interesse è certamente quella delle iniziative per il cosiddetto “Dopo di Noi”: al 30 giugno 2019 i progetti attivi avevano coinvolto 816 beneficiari; il 71,6% dei progetti sono integrati con interventi afferenti ad altre aree (in particolare nei settori lavorativo, sociosanitario, sociale e in quello riguardante la mobilità).
Rispetto al profilo dei beneficiari, il rapporto specifica che essi «sono soprattutto persone che, pur in presenza di risorse economiche adeguate e/o genitori ancora in grado di garantire un sostegno, necessitano di esigenze abitative extra-familiari (N= 483), mentre 225 risultano con genitori che non sono più nella condizione di continuare a garantire il sostegno genitoriale. In assenza di genitori e di risorse economiche adeguate sono 78».
Infine, in merito al genere il 55,3% sono maschi, il 44,7% femmine, mentre la fascia di età più rappresentata (il 76% del totale) è quella compresa fra i 26 ed i 55 anni.
Sotto il profilo economico, su base triennale sono stati impegnati 11.250.000 euro di cui 9 milioni per la realizzazione delle azioni previste nei progetti e 2.250.000 per interventi infrastrutturali necessari all’avvio dei progetti stessi. (Simona Lancioni)

Il presente testo è già apparso nel sito di Informare un’H-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli, Peccioli (Pisa) e viene qui ripreso, per gentile concessione, con minimi riadattamenti al diverso contenitore.

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