«Essere donne Asperger spesso induce a vivere in uno stato di perenne invisibilità, creato da una parte dalle abilità di mascheramento sociale e dall’altra dalla calibrazione dei test diagnostici sulla base di caratteristiche strettamente maschili. L’Asperger al femminile presenta specificità che spesso sfuggono alla lente clinica, portando in alcuni casi a diagnosi sbagliate, con un successivo carico di sofferenza difficilmente sopportabile. Come spiega Tony Attwood, uno dei massimi esperti in materia, «abbiamo urgente bisogno di elaborare una versione femminile dei test per la sindrome di Asperger, che identifichi le ragazze in base a come si presentano. L’Asperger non diagnosticato può portare infatti a una devastante perdita di autostima nelle ragazze”. Allo stesso tempo gli interventi psicologici ed educativi, quando intrapresi, presentano le medesime fragilità, favorendo il senso di non adeguatezza, di incapacità e di insicurezza spesso condiviso da ragazze e donne di tutte le età. Riconoscersi ed essere riconosciute per le proprie specificità, abilità e fragilità, diventa quindi un momento fondamentale e irrinunciabile per ogni donna nello spettro».
A dirlo è lo psicologo e psicoterapeuta Davide Moscone, presidente di Spazio Asperger, Associazione che in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger del 18 febbraio prossimo, ha organizzato per il 16 febbraio a Milano (Superstudio Più, ore 9-18) l’incontro a partecipazione gratuita intitolato Uniche come me. Donne Asperger: le invisibili alla fine dello spettro, in collaborazione con Edizioni Edra e Superstudio Group.
Particolarmente degno di nota è che durante la giornata verrà presentato in anteprima il libro di Fiona Fisher Bullivant Autismo al femminile. Una guida pratica per riconoscere, comprendere e lavorare con bambine e ragazze con autismo lieve e sindrome di Asperger, curato dal ricercatore David Vagni, vicepresidente di Spazio Asperger, e dato alle stampe da Edizioni Edra.
Patrocinato dal Municipio 6 del Comune di Milano e introdotto di Gabriele Rabaiotti, assessore alle Politiche Sociali e Abitative del Comune di Milano, durante l’incontro – per il cui programma completo rimandiamo i Lettori a questo link – verranno affrontati, da un punto di vista scientifico ed educativo, numerosi temi legati all’Asperger al femminile: «Dal “camaleontismo sociale” – come si legge nella presentazione – all’identità di genere e alla sessualità nelle donne Asperger, passando attraverso le possibili tipologie di intervento a sostegno di ragazze e donne nello spettro, insieme ad uno sguardo inedito sulle multi-eccezionalità che in alcuni casi caratterizzano le donne e le ragazze Asperger. E interverranno anche donne Asperger, per raccontare la propria esperienza ed i propri vissuti».
Oltre ai già citati Davide Moscone e David Vagni, in rappresentanza dell’Associazione Spazio Asperger ONLUS, ma anche rispettivamente come direttore clinico e direttore scientifico del Centro CuoreMenteLab di Roma, interverranno per l’occasione Patrizia Ventura e Concetta De Giambattista dell’Associazione DeltaEnne e del Policlinico di Bari; Letizia Cavalli e Sara Travaglione di CuoreMenteLab; Manuela Cianella e Giulia Cavallo dell’Officina Pedagogica Altamente Differente di Pisa; Cristina Panisi della Fondazione Sacra Famiglia di Varese.
Sarà presente inoltre Francesca Mela, che amministra il Gruppo Facebook Asperger Adulti Italia, per descrivere l’esperienza di tale Gruppo e presentare una app utile ad aiutare le persone autistiche nel gestire le proprie energie.
«Obiettivo generale dell’evento – aggiunge Moscone – è sostanzialmente la condivisione di esperienze di vita e di percorsi di intervento capaci di fare emergere non solo le difficoltà esperite dalle donne nello spettro, ma anche le loro potenzialità, allo scopo di poterle vivere responsabilmente e consapevolmente, riportando al femminile quanto espresso dallo stesso Hans Asperger, ovvero che “il positivo e il negativo in una persona, il suo potenziale di successo o fallimento, le sue attitudini e difficoltà si condizionano reciprocamente e derivano dalla stessa fonte. Il nostro obiettivo terapeutico dovrebbe essere quello di insegnare alla persona come far fronte alle proprie difficoltà, non come eliminarle. Dobbiamo educare la persona ad affrontare sfide speciali con strategie speciali; il nostro compito non è di rendere la persona consapevole di essere malata, ma quello di renderla responsabile della propria vita». (S.B.)
Ricordiamo ancora il link al quale è disponibile il programma completo dell’incontro del 16 febbraio a Milano. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Davide Moscone (davide.moscone@cuorementelab.it); Grazia Lapaglia (g.lapaglia@lswr.it).
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