In riferimento alla conferenza intitolata La LIS – una lingua di tutti e per tutti, organizzata il 6 febbraio scorso al Teatro Colosseo di Torino dall’Associazione Centro Scienza, nell’àmbito del ciclo GiovedìScienza, crediamo che un momento di sensibilizzazione su un argomento delicato come la sordità non possa essere trattato come uno spot in cui “sordo è bello” e spettacolarizzando una condizione che per la maggior parte delle famiglie è invece un vero e proprio dramma, tanto più di fronte a una platea di ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Attualmente, mediante la diagnosi precoce, l’immediata protesizzazione dei bambini nati con problemi di udito e nei casi estremi l’intervento chirurgico con l’impianto cocleare, la sordità infantile può essere ampiamente ridimensionata garantendo il normale sviluppo della capacità verbale ed intellettiva.
Naturalmente anche per gli adulti, nel 2020, quasi tutti i tipi di sordità possono essere risolti con le stesse tecnologie e pratiche chirurgiche descritte sopra.
Senza dunque togliere utilità alla LIS (Lingua dei Segni Italiana), che riteniamo sia un importante mezzo di comunicazione dedicato a chi non può o non vuole migliorare la propria condizione uditiva, sarebbe importante che eventi scientifici come i GiovedìScienza fossero organizzati con il giusto equilibrio, soprattutto quando gli interlocutori sono le nostre donne e i nostri uomini del domani, dando risalto anche a chi – e sono la stragrande maggioranza – sceglie un percorso più “normale” ma altrettanto faticoso.