Proteggere le donne con disabilità da ogni forma di violenza e di discriminazione multipla in Italia richiede politiche e azioni concrete e mirate a livello nazionale. Lo afferma il GREVIO, il Gruppo di esperti indipendenti responsabile del monitoraggio dell’attuazione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul), nel suo rapporto di valutazione delle misure messe in atto dall’Italia per attuare la Convenzione, pubblicato il 13 gennaio scorso.
I dati ISTAT sulla violenza di genere in Italia rilevati nel 2014 parlano chiaro: il rischio delle donne con disabilità o problemi di salute di subire una qualche forma di violenza è oltre tre volte maggiore rispetto alla popolazione femminile generale (36% vs. 11%), e oltre due volte maggiore il rischio di subire uno stupro o un tentato stupro (10% vs. 4,7%).
Di fronte a questi dati drammatici, il GREVIO ha recepito le segnalazioni e i suggerimenti indirizzati nel 2018 dal rapporto del FID (Forum Italiano sulla Disabilità), alternativo al rapporto governativo sull’attuazione in Italia della Convenzione di Istanbul.
Preoccupato dalla mancanza di obiettivi e impegni concreti in termini di prevenzione, protezione, sanzioni e politiche coordinate contro la violenza e la discriminazione multipla nei confronti delle donne con disabilità, il GREVIO, dunque, raccomanda di approfondire i dati sulla violenza nei confronti delle donne con disabilità, aggiungendo indicatori specifici, sviluppando programmi speciali per raggiungere attivamente le donne e le bambine con disabilità, focalizzandosi sulla violenza domestica e sulle forme specifiche di violenza nei loro confronti, come l’aborto o la sterilizzazione forzati.
A questo scopo il GREVIO stesso segnala la necessità di sviluppare campagne mirate, azioni e strumenti di informazione accessibili alle potenziali vittime di violenza di genere e discriminazione multipla, nonché di formazione del personale dei servizi generali, per individuare la violenza subita dalle donne con disabilità, assistere le vittime e indirizzarle a servizi appropriati, tenendo presente che l’atteggiamento culturale corrente tende a mettere in dubbio la credibilità delle vittime con disabilità, esponendole a un’ulteriore violenza.
E ancora, il GREVIO raccomanda di integrare la disabilità nelle politiche contro la violenza di genere. A questo scopo raccomanda l’istituzione di un Organismo Nazionale Indipendente sui Diritti Umani, tuttora mancante in Italia, nonché la consultazione e il coinvolgimento attivo delle Associazioni delle donne con disabilità.
Infine, vengono sollecitate le autorità competenti a sviluppare e migliorare l’accessibilità dei servizi di protezione e sostegno per le donne con disabilità vittime di violenza, tenendo conto delle loro necessità specifiche.
Insomma, nonostante le citazioni della disabilità, per altro frammentarie, nel Piano Nazionale sulla Violenza contro le Donne, il rapporto del GREVIO evidenzia come molto ci sia ancora da fare in Italia per proteggere le donne e le bambine con disabilità, tanto più esposte ad abusi quanto maggiori sono le loro difficoltà a denunciare, e a volte perfino a comprendere, gli atti di violenza subiti, come accade alle donne e bambine con disabilità intellettiva, bersaglio e facili vittime di autori di violenze che resteranno per lo più impunite.
Per approfondire ulteriormente il tema della violenza nei confronti delle donne con disabilità, accedere al sito di Informare un’h, alla Sezione intitolata La violenza nei confronti delle donne con disabilità. Più in generale, sul tema Donne e disabilità, oltre a fare riferimento al lungo elenco di testi da noi pubblicati, presente a questo link, nella colonnina a destra dell’articolo intitolato Voci di donne ancora sovrastate, se non zittite, ricordiamo anche la Sezione Donne con disabilità, sempre nel sito di Informare un’h.