La «non obbligatorietà dei percorsi formativi rivolti a coloro che svolgono o vogliono intraprendere l’attività di assistente personale» e l’eliminazione dal testo del «termine socio-economiche», per non fare intendere di «voler adottare, in sede di attuazione della legge, un criterio, non meglio specificato, di determinazione del contributo anche in base alla valutazione della condizione economica del richiedente: erano state queste, come avevamo riferito anche sulle nostre pagine, le richieste di modifica espresse in una lettera appello rivolta a tutti i rappresentanti istituzionali della Regione Puglia da ENIL Puglia (European Network on Independent Living), FISH Puglia (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dalla Rete A.Ma.Re Puglia (Associazioni Malattie Rare) e dall’ANFFAS Puglia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), rispetto all’articolato del Disegno di Legge n. 132 (16 luglio 2019), riguardante Interventi regionali per favorire l’autonomia, la vita indipendente e la qualità della vita delle persone con disabilità, anche senza supporto familiare, in Puglia, approvato dalla III Commissione della Regione il 13 febbraio scorso.
Ebbene, nei giorni scorsi, l’Assessorato Regionale al Welfare, in una nota sottoscritta dalla funzionaria Monica Pellicano, ha informato le organizzazioni che «ritenendo le modifiche richieste in linea con i presupposti della misura, in sede di discussione del Disegno di Legge nella seduta del Consiglio Regionale ai fini dell’approvazione, le modifiche stesse saranno presentate come emendamenti».
«Soddisfazione per l’accoglimento delle nostre proposte» viene espressa dalle componenti regionali di ENIL, FISH e ANFFAS, nonché dalla Rete A.Ma.Re Puglia. «A questo punto – dichiarano i loro rappresentanti – attendiamo tra pochi giorni l’esame finale da parte del Consiglio Regionale, emergenza sanitaria permettendo». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Vito Berti (vitoberti@gmail.com).