«Caro futuro mondo…»: potrebbe cominciare così una letterina immaginaria che le persone con sindrome di Down dedicano al nostro pianeta in tempi così difficili per tutta l’umanità.
Il 21 marzo è stata la loro Giornata, un evento che si celebra in tutto il mondo, ma che quest’anno è passato quasi inosservato. Giornali e televisioni non hanno avuto spazio per loro. Bisogna andare sui social per trovarli.
Con l’hashtag #ilsolerisorgesempre, le loro belle facce, i disegni, i dolci, le poesie. Sono tanti, sono una grande famiglia. Anche loro sono “distanti ma uniti”. Anche loro sono chiusi in casa con mamme, papà e fratelli, anche loro a fare crostate e ad impastare il pane.
Li immagino tutti insieme, a scriverci la lettera che segue.
«Caro futuro mondo, non devi avere paura. I tuoi abitanti potranno ricominciare ad uscire di casa, ad andare a scuola, a lavorare, a guadagnare denaro. Potranno ricominciare ad abbracciarsi, ad amarsi, ad invitarsi a cena. Ci saranno ancora momenti difficili, capiterà ancora di soffrire e di avere paura. Ma si potrà ancora essere felici».
Se si scrive Giornata mondiale sindrome Down sulla stringa di Google e si scrollano le prime pagine, ci si imbatte in un video del 2014. È il filmato della campagna che il CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down) produsse quell’anno in occasione della giornata mondiale. È intitolato Cara futura mamma. Racconta di una donna incinta, che ha appena saputo che suo figlio nascerà con la sindrome di Down. Ha paura, non sa che vita la attende, si domanda se sarà in grado di farcela. La risposta gliela danno altri figli. Altri ragazzi con sindrome di Down che le dicono che non deve avere paura. Un po’ come ci diciamo noi oggi, nei giorni del coronavirus.
Auguri ragazzi, auguri mondo, andrà tutto bene!