La didattica a distanza va resa possibile per tutti gli alunni con disabilità

di Vincenzo Falabella*
«Onorevole Ministro, da molte parti d’Italia le nostre Associazioni aderenti segnalano che, accanto a buone prassi di inclusione nella didattica a distanza attuata dalle scuole, vi sono purtroppo molti alunni con disabilità che ancora non vengono tenuti in debita considerazione»: si apre così la lettera inviata a Lucia Azzolina, ministro dell'Istruzione, dal presidente della Federazione FISH Vincenzo Falabella, che aggiunge: «L’inclusione a distanza è possibile, ma per farla occorre programmare in maniera adeguata e congiunta, con tutti i mezzi e le competenze di cui la nostra scuola dispone»

Didattica a distanzaOnorevole Ministro, da molte parti d’Italia le Associazioni aderenti alla nostra Federazione FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ci segnalano che, accanto a buone prassi di inclusione nella didattica a distanza attuata dalle scuole, purtroppo vi sono pure molti alunni con disabilità che ancora non vengono tenuti in debita considerazione durante la programmazione e la realizzazione della didattica a distanza.
Tali spiacevoli situazioni riguardano soprattutto gli alunni con disabilità intellettive e relazionali, essendo di norma sufficiente, per quelli con disabilità sensoriali, che le videolezioni e gli strumenti utilizzati per la didattica a distanza rispondano al requisito dell’accessibilità informatica.
Infatti le videolezioni proposte per la classe di appartenenza spesso ignorano totalmente le esigenze e i PEI (Piani Educativi Individualizzati) degli alunni con disabilità intellettive e relazionali e nessun docente per il sostegno si occupa della realizzazione o delle modifiche dello stesso.
Le chiediamo quindi di sollecitare i Dirigenti Scolastici, qualora non abbiano già meritoriamente provveduto, ad applicare, coerentemente con il PEI dei singoli alunni, i princìpi e le modalità operative previsti dalle Linee Guida inviate tramite la Nota Dipartimentale del 17 marzo scorso (Protocollo n. 388), evitando la discriminazione nel diritto allo studio per tutte le bambine e i bambini, le alunne e gli alunni, le studentesse e gli studenti con disabilità.
In particolare è prioritario che le scuole, tramite i docenti di sostegno, contattino immediatamente le famiglie, per proporre, verificare e concordare azioni di didattica a distanza, senza attendere che siano le stesse famiglie, sentendosi “abbandonate e dimenticate” dalle proprie scuole, a doverle contattare per chiedere quali azioni intendano mettere in atto per la didattica a distanza dei propri figli.
Inoltre, i dirigenti scolastici devono quanto prima verificare che le famiglie abbiano gli strumenti tecnologici necessari per fruire della didattica a distanza concordata e, in caso contrario, si attivino immediatamente per fornirla in comodato d’uso, come previsto dalle Linee Guida e utilizzando i fondi appositamente stanziati dall’articolo 120 del Decreto Legge 18/20, cosiddetto “Cura Italia”. In caso invece non si ritenga funzionale ai fini educativi il sistema della lezione a distanza, vanno sollecitate le Regioni e gli Enti Locali, secondo le rispettive competenze, ad adottare tutti i provvedimenti necessari per garantire continuità didattica attraverso interventi di natura domiciliare, con le stesse figure già impiegate e con programmi concordati tra insegnante corriculare, insegnante di sostegno e gli altri operatori previsti dalle normative in materia.

L’inclusione a distanza è possibile. Personalizzare a distanza è possibile. Per fare questo, tuttavia, occorre programmare in maniera adeguata e congiunta, con tutti i mezzi e le competenze di cui la scuola italiana dispone.
Come specificato nelle citate Linee Guida, «ciascun alunno con disabilità, nel sistema educativo di istruzione e formazione italiano, è oggetto di cura educativa da parte di tutti i docenti e di tutta la comunità scolastica». Le proponiamo quindi di evidenziare ai Dirigenti Scolastici che l’insegnante curricolare e quello di sostegno svolgano, quanto più possibile, la didattica in maniera congiunta, includendo pienamente l’alunno con disabilità nell’attività di classe, prevedendo anche lezioni integrative individuali.
In particolare va suggerito che:
° I docenti per il sostegno intervengano durante le lezioni a distanza per la classe, offrendo precisazioni e mediazioni per gli alunni con disabilità.
° I docenti per il sostegno svolgano videolezioni personalizzate per i singoli alunni, per supportarli nel raggiungimento degli obiettivi previsti dal proprio Piano Educativo Individualizzato.
° I docenti curricolari intervengano in tali lezioni per chiarire alcuni aspetti concernenti le rispettive discipline.
° I docenti per il sostegno, come i colleghi curricolari, utilizzino il registro elettronico per indicare quotidianamente gli argomenti svolti, i compiti assegnati e l’invio di materiali didattici, in modo da facilitare la comunicazione con le famiglie, per il necessario loro coinvolgimento che la situazione impone.
Chiediamo inoltre che durante o al termine delle videolezioni con tutta la classe, i docenti promuovano il dialogo tra gli alunni con disabilità e i loro compagni, specie quelli che sono più amici o che sono dei “tutor”, per «mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza», come ben sottolineato dalle Linee Guida più volte citate.
Nell’ottica quindi di tutelare l’esigenza della socialità, si potrebbe privilegiare, quando coerente, l’assegnazione di lavori di gruppo (ricerche, produzioni di elaborati), svolti da un gruppo di alunni in remoto (su una piattaforma di web conference); e i gruppi di lavoro potrebbero essere coordinati dall’assistente all’autonomia e alla comunicazione.
A questo proposito ricordiamo che la recente situazione emergenziale sta portando letteralmente alla “scomparsa” della figura dell’assistente all’autonomia e alla comunicazione, che essendo formalmente un dipendente privato, rischia di vedersi “sganciato” da tutto l’iter di coprogrammazione, confronto e progettazione che le scuole stanno pur faticosamente mettendo in piedi. E questo nonostante tali figure svolgano un lavoro spesso fondamentale per alunni con problemi relazionali.

Chiediamo infine che i docenti della classe vogliano appellarsi alle loro competenze pedagogiche e didattiche, per formulare tutte le proposte operative necessarie a mantenere desta nella classe e nei singoli alunni la cultura e la prassi dell’inclusione, che la scuola italiana sviluppa con merito da decine di anni e che sarebbe una grave perdita se venisse meno proprio ora a causa dell’attuale emergenza.
La didattica a distanza coinvolge tanti aspetti della relazione educativa, non solo i contenuti, ma anche le modalità di comunicazione o di interazione.

Il periodo di sospensione delle attività didattiche sta quasi raggiungendo il suo primo mese e verosimilmente si allungherà ancora. Pur comprendendo le molte difficoltà che le scuole hanno dovuto faticosamente affrontare e gestire in questo periodo, non è però pensabile che gli alunni con disabilità debbano proseguire ancora l’interruzione del proprio percorso di istruzione e di inclusione, quando i loro compagni sono già entrati nel nuovo regime della didattica a distanza.
Fiduciosi, quindi, nel suo intervento e nella positiva risposta dei Dirigenti Scolastici e di tutti i docenti, auguriamo buon lavoro a lei, ai suoi Collaboratori e a tutti i docenti e gli studenti.

Presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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