Lampadino e Caramella, i due personaggi della serie animata in onda su RAI Play e RAI Yo Yo, si tengono per mano davanti alla grande quercia e recitano la formula magica («Foglia verde, tronco marrone, apriti adesso grande portone»), che ci porterà nel mondo… dell’inclusione!
Questa, infatti, è una serie animata pensata per rispettare le esigenze percettive e di comprensione di tanti bambini che, sommati insieme, fanno in verità una buona fetta della platea dei piccoli spettatori. Finalmente un prodotto che tiene in considerazione le esigenze di descrizione e comprensione dei bambini non vedenti e ipovedenti, ma anche quella dei bimbi con problemi di iper-reattività percettiva, come quelli con autismo “ad alto funzionamento”, nonché i bambini Asperger e quelli con deficit di attenzione e iperattività. Senza dimenticare nemmeno una traduzione in LIS (Lingua dei Segni Italiana). Tutto questo in una cornice di perfetta ordinaria magica normalità. Due fratellini, i loro amici, le loro avventure, le emozioni, i rapporti interpersonali che si intrecciano in storie semplici, ma mai banali.
Tra le varie caratteristiche di questa serie, mi è qui gradito rilevare quelle di tipo uditivo, acustico e verbale.
Una voce narrante descrive le azioni, con una particolare cura per far sì che la descrizione ed i dialoghi non coprano i suoni legati alle azioni. Finalmente in questo cartone animato i suoni non sono quelli artificiali, esagerati, elettronici che spesso affollano l’ambiente acustico e affannano le menti di chi assiste ai comuni cartoni animati degli ultimi anni.
Se Caramella cammina sull’erba, si sente il rumore dei passi; se Lampadino cade per terra, si sente un tonfo e non un artificiale rimbalzo da videogioco. Questo aspetto non è affatto banale, consente infatti alle persone con deficit visivo di comprendere le azioni al di là delle descrizioni, e alle persone che hanno bisogno di un livello di stimolazione bilanciata, non troppo alta, di non essere sollecitate da suoni e stimoli acustici iperattivanti, ma senza significato.
Un altro aspetto importante da rilevare è il ritmo né rallentato né concitato. L’andamento delle azioni, la velocità e l’alternanza delle conversazioni somigliano a ciò che sarebbe sano in una comunicazione e in un’interazione reale. Non ci sono espressioni concitate al di là della normale reattività emotiva e le musiche accompagnano ma non coprano. L’andamento risulta così avvincente ma non sovraeccitante.
Questo consente di mantenere e allenare un’attenzione sostenuta, in modo da permettere allo spettatore di non essere assorbito da stimoli troppo alti, e così seguire la storia nella sua evoluzione.
La durata degli episodi, inoltre, è sufficientemente lunga per permettere un’articolazione narrativa mediamente complessa della storia, ma non troppo lunga per non stancare e per non sovraccaricare la memoria di lavoro.
Per quanto poi riguarda i dialoghi di interazione tra le persone, essi esplicitano aspetti pragmatici, comprendono aspetti pratici: le azioni, cioè, sono giustamente seguite dalle loro conseguenze.
Fortunatamente, poi, non vengono censurate le parole che riguardano le emozioni ed esse sono congrue rispetto a quello che accade.
In ultimo sono fortunatamente molto scarse le espressioni metaforiche e le varie figure retoriche che abbondano in tantissimi cartoni e, in generale, in tutta la produzione di questo tipo, come se gli autistici, gli Asperger e le persone che per vari motivi hanno difficoltà a decodificare gli aspetti impliciti, non esistessero. Difatti in tutta la serie che ho visionato sono presenti pochissime figure retoriche (le ho contate sulle dita di una mano) e tutte ad alta frequenza d’uso, cioè facilmente riscontrabili anche nel linguaggio comune.
Che dire, complimenti a chi ha realizzato Lampadino e Caramella! Per la complessità del lavoro, mi rendo conto che non dev’essere stato affatto facile. Speriamo che non sia solo un esperimento. Da questo lavoro fatto, impariamo tutti che ciò è possibile. Se infatti ci sono riusciti questi creativi e i loro consulenti, ci potranno riuscire anche altri e per successive approssimazioni potremmo arrivare a definire anche delle linee guida cui potersi attenere. Ne beneficerebbero tanti bambini, ma anche tanti insegnanti, genitori, riabilitatori ed educatori in genere, che magari visionando quest’opera e confrontandola con altri prodotti di uso comune, ora possono vedere concretamente cosa signifhci parlare meno concitatamente, descrivere le azioni al momento giusto, evitare di sovraccaricare l’attenzione sommando azioni e parole nello stesso momento, parlare in modo chiaro, semplice e immediatamente comprensibile.
Una nota operativa: la serie è indicata come adatta fino ai 6 anni, ma secondo me è ottima anche per persone di qualche anno in più…